Chi mi conosce sa sicuramente della stima che provo nei confronti di Xiaomi per il metodo di lavoro e la realizzazione dei prodotti. Tuttavia in queste ultime settimane mi sono ricreduto parecchio su questi ideali a causa delle troppe versioni presentate di ogni singolo terminale.
Prendete gli ultimi arrivati Redmi 3, Redmi Note 3 e Mi 5; ci sono almeno due versioni per ognuno di loro. “Pro”, “High” e via dicendo sono solamente alcune delle definizioni che l’azienda ha dato ad ognuno di loro semplicemente per averli differenziati con 1GB di RAM in più, un processore differente o perchè no una frequenza di clock più alta del medesimo processore.
In un grande caos per tutti gli utenti. Non si sa mai quale versione comprare o peggio se ne acquista una che dopo poche settimane si vede già superata e sostituita Da un modello leggermente differente.
Oltre tutto questo continuo movimento non favorisce per nulla il progresso e la diffusione degli aggiornamenti. Xiaomi ultimamente sta creando anche parecchia confusione bloccando il bootloader di molti smartphone. Inoltre il rilascio delle varie versioni di Android procede molto a rilento seppur tutti i terminali vengano aggiornati all’ultima versione disponibile della MIUI. Volete un esempio? Il mio Xiaomi Mi Note, un terminale fantastico, ma fermo ad Android KitKat 4.4 e che con la MIUI 7.1.3.0 ha ricevuto anche il blocco del bootloader che va bypassato tramite il fast boot.
In conclusione sono convinto che Xiaomi più di altri sappia fare i telefoni, ma l’azienda sta creando forse troppa confusione intorno a se stessa. Io mi limiterei a lanciare una versione definitiva di ogni smartphone e nulla di più. In questo modo non fraziono gli aggiornamenti e soprattutto lascio gli utenti molto più contenti di aver acquistato quel prodotto.
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