L’inizio dell’Autunno segna paradossalmente e puntualmente ogni anno l’inizio della ”primavera informatica”. Abbiamo visto i nuovi iPhone, iOS 10 e i nuovi Apple Watch. Google non ha esitato a rispondere alla concorrenza con i nuovi Pixel, la nuova versione di Android, ma sopratutto è andata a compensare le sue lacune ed è finalmente pronta a dare battaglia anche per quanto riguarda l’”ecosistema informatico”.
Ormai non si tratta più semplicemente di chi offre il miglior prodotto in assoluto o in rapporto qualità/prezzo, bensì la battaglia si è spostata su altri livelli, come per esempio tutti i vari servizi di contorno, quali il Cloud per archiviare e sincronizzare foto, video e musica o i centri di assistenza per riparare un dispositivo danneggiato.
Apple da questo punto di vista è stata Leader del settore per anni, forse lo è ancora, ma finalmente Google è pronta a rispondere al fuoco con servizi equivalenti ma con qualche lieve differenza che potrebbe fare, appunto, la differenza.
Vivo all’interno dell’ecosistema Apple da molto ormai, iOS, macOS e i vari servizi iCloud sono il fulcro della mia esperienza quotidiana da ragazzo e sopratutto da studente, però allo stesso tempo è inevitabile usufruire anche dei servizi Google, e proprio alcuni di questi sono indubbiamente più versatili delle controparti Apple, basta pensare alla suite per i documenti Google Docs, molto più snella e funzionale, o meglio ancora, più efficiente.
In un periodo dove non si può fare a meno di parlare di IoT o BigData, Google risponde con il Google Wi-Fi, non solo un un semplice router, ma un segnale che rappresenta la voglia di espandere il proprio dominio con un prodotto che potrebbe diventare il fulcro della propria connettività casalinga e, appunto, il centro di questo “nuovo” ecosistema, però ora Google deve essere in grado di sfruttare questo enorme potenziale.
Apple propone una struttura che si sta frammentando, quattro settori principali con quattro OS diversi, iOS, macOS, watchOS e tvOS, ovviamente con API simili, applicazioni scritte nello stesso linguaggio di programmazione (Swift, da poco giunto alla versione 3.0) ma che ovviamente necessitano accorgimenti per essere utilizzate sui vari dispositivi. Google invece ancora non ha bene le idee chiare: potrebbe continuare secondo questa ottica di frammentazione oppure potrebbe tentare un approccio che potremmo definire “alla Microsoft”, ossia tentare di unificare tutto sotto un unico grande OS in grado di essere eseguito su dispositivi completamenti differenti. Ecco le grandi voci riguardo Andromeda, questa vasto ed unificante Sistema Operativo che risulterebbe una grande mossa commerciale e una sorta di rivoluzione, un unico OS per Smartphone, Tablet, Smartwatch e Computer è sicuramente realizzabile, basta guardare Windows 10, però rappresenta sicuramente una sfida, ingegneristica e commerciale.
Andromeda rappresenterebbe la chiave di volta per affermare il dominio di Google, la giusta evoluzione delle strada intrapresa dopo la fusione di ChromeOS con il PlayStore, una grande galassia di opportunità per il colosso di Mountain View.