Ormai fare il live tweet di un avvenimento o di una particolare trasmissione è diventato quasi all’ordine del giorno. Via in meno di 140 caratteri con un hashtag dedicato che permette di interagire così con tutti gli altri utenti del social network che stanno parlando del medesimo programma. Si tratta di una tecnica ormai usata da tutti i generi di programma televisivi e non solo, quindi la gente cerca di sfruttarlo al meglio per poter essere in grado di interagire e diventare parte di questo complesso sistema.
Ciò che a fatto scalpore ieri sera con la prima diretta del Festival di Sanremo 2017 è stato l’hashtag #Sanremo2017 venduto a Tim. Ebbene la RAI ha avuto l’intuizione geniale di vendere questo slot, insieme ad una collaborazione con Twitter, a TIm che mostrerà quindi il proprio logo in ogni tweet lanciato sulla piattaforma con quella particolare stringa.
Tralasciando per un attimo l’indignazione generale del web, va detto che commercialmente è sicuramente un’operazione intelligente, unica in Italia e che può avere un ottimo successo pubblicitario.
Dall’altra parte però c’è anche quella componente che vede noi utenti utilizzatori di Twitter usati come merce di scambio. Se io fossi contro alcune delle idee che un’eventuale azienda assocerà ad un hashtag nel futuro? A questo punto trovo giusta la rivolta sollevata dalla comunità online sia corretta. Non sto qui ad elencarvi i nuovi hashtag che sono nati già nei successivi minuti allo scandalo, li potrete immaginare.
Il primo sasso è stato lanciato, ora sicuramente questo nuovo mercato prenderà piede.