The Circle mi ha fatto riflettere

Nel weekend sono andato a vedere The Circle, il nuovo film con Tom Hanks ed Emma Watson (fra gli altri), che parla di un futuro tecnologico non troppo lontano ed in cui la privacy praticamente non esisterà.

Al di là del film, del montaggio o dei possibili gusti personali in merito, ciò che più mi ha fatto riflettere dopo averlo visto è la troppa sicurezza con cui noi diamo via noi stessi attraverso i dati che “possediamo”. Svenderli in maniera gratuita è alla base di ogni relazione sui social, ma siamo sicuri che sia corretto?

Il “The Circle” del film potrebbe essere tranquillamente la Google di oggi o perché no anche Facebook. Parliamo di un’azienda invischiata in tutti i settori tecnologici e che punta, come obiettivo finale, a controllare ogni essere umano. Non parliamo del film, ci sono siti più autorevoli che lo potranno recensire meglio di noi, ma ci soffermiamo un attimo su ciò che realmente è accaduto ovvero la scomparsa della privacy.

I social network sono tanto belli quanto una lama a doppio taglio. Se volete, in meno di pochi minuti, potrete sapere tutto di una persona: dove si trova, cosa fa, perché eventualmente è li o con chi è. Il processo è tanto semplice quanto “malato”, però oggi il mondo ha iniziato a funzionare così. Sono io il primo stesso a farne uso, forse in maniera troppo esagerata, ed affidando molti dei miei pensieri e delle mie sensazioni ad essi piuttosto che alle persone fisiche, vere e reali.

Un passaggio del film mi è rimasto impresso. Circa a venti minuti dall’inizio, la neo assunta a The Circle viene “interrogata” dai suoi coordinatori sul perché non avesse un vita virtuale come tutti gli altri suoi colleghi. Più eri social in Rete e più eri famoso ed i tuoi punteggi miglioravano. Pur non conoscendola ed avendola mai vista loro sapevano tutto di lei, pure della grave malattia che affliggeva il padre. Ok è un film, ma siamo sicuri che sia tanto lontano dalla realtà odierna?

Non dico che da ora in avanti non dovremo più fare niente online e limitarci solamente agli scambi personali, ma forse ripartire l’importanza tra di essi sarebbe il giusto compromesso. Soprattutto dovremo tornare a parlare piuttosto che continuare a digitare e soprattutto conservare qualche ricordo o su carta o su dei supporti privati e criptati.

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