Sono sincero, dopo la fine di Narcos 2 avevo un po’ il timore di vedere la terza stagione poiché ero letteralmente assuefatto dal personaggio di Pablo Escobar al punto tale da voler quasi rinunciare alla visione della terza stagione.
Non ho ovviamente resistito e me la sono bevuta in un paio di giorni, giusto prima di partire per le vacanze.
Un commento? Fantastica. Trovo che siano riusciti a dare ulteriore enfasi ad una storia che si era un po’ troppo arenata sul personaggio di Escobar nonostante il titolo della serie facesse invece riferimento ai narcotrafficanti in generale.
Il miglior personaggio, a mio parere, è quello di Pacho Herrera interpretato al meglio e con un alone di “magia” intorno a se stesso unico nella serie. Non sono riuscito a invece digerire quello di Miguel che prima fa il classico zerbino per poi sbagliare sostanzialmente tutto quando diventa il leader perdendo anche una famiglia intera nella guerriglia.
Se devo trovare una critica, i fatti finali non spiegano realmente bene come la storia sia andata ed anzi parlano di alcune imprecisioni non coerenti. È un racconto, questo, ed anche Netflix tende a sottolinearlo più volte.
Narcos 3 a me è piaciuto tanto. Lo avrei spalmato magari anche questo su due stagioni senza correre troppo come invece hanno fatto, ma l’intento era quello di concludere rapidamente anche il cartello di Calì per passare poi in Messico (forse, visti i recenti fatti accaduti).
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