Google con Android P si sta muovendo più che mai in direzione Apple, abbracciando il fenomeno del notch. L’idea dei produttori minori (e non) di copiare iPhone X ha contagiato la stessa società del robottino verde, e questa è stata davvero una pessima scelta. In primo luogo perché la user experience tra le due tipologie di sistema operativo è completamente diversa: Apple ha il pieno controllo sull’interfaccia grafica e ha il supporto costante degli sviluppatori terzi. Nel giro di pochissimi mesi dal lancio di iPhone X la stragrande maggioranza delle applicazioni su App Store è stata aggiornata proprio per supportare il notch. Google invece non può aspettarsi questa adozione da parte dei developers, nemmeno se portata avanti in prima linea. Ed infine è un fallimento estetico, poiché in molti casi questa scelta non è giustificata da nessuna necessità pratica (non tutti i modelli presentati hanno le cornici così ridotte).
Tralasciando il discorso notch, Android P non introduce altre novità di peso (almeno per il momento). L’interfaccia grafica sarà più pulita e con linee più morbide, la sicurezza è stata ulteriormente aumentata come l’ottimizzazione dell’autonomia. Non si tratta certamente di rivoluzioni e siamo davvero lontani dalle innovazioni del passato, sia software che hardware. Inoltre Google ha deciso di non aggiornare più la gamma Nexus (6P, 5X) e Pixel C, presenti sul mercato dal 2015, i quali riceveranno solo patch di sicurezza per Android 8.1 Oreo. Inutile dire che le politiche di aggiornamento di casa Apple sono molto differenti, e forse è proprio questa una cosa da copiare dalla concorrenza. Siamo davvero interessati a questa nuova versione di Android che, nella maggior parte dei casi, avremo solo acquistando un nuovo dispositivo ?
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