La vicenda di Facebook non é ancora chiusa e forse, almeno per ora, avrà notevoli strascichi per tutta la compagnia.
Mark Zuckerberg é apparso davanti al Senato americano. Ha risposto a tutte le domande che gli sono state fatte. Ha resistito per 5 lunghissime ore. Alla fine però ne é uscito troppo a testa alta ed ancora convinto fortemente delle sue mosse.
I classici “I’m sorry” o “Excuse me senator” di turno hanno fatto da corredo ad un uomo che abbiamo imparato a conoscere quasi più come una macchina che come un essere umano. Non a caso sono state confermate le indiscrezioni di come il buon Mark abbia assunto degli specialisti per questo genere di situazioni in maniera tale che lo istruissero nel rispondere correttamente. Tuttavia l’aria da spaccone e da strafottente con il sorrisetto sulle labbra non gli quasi mai scomparsa. Elaborava le informazioni, come un robot per davvero, e poi sembrava sempre prendere in giro il suo interlocutore.
Ciò che emerso dal lungo dibattito é che il buon CEO sapeva esattamente cosa stava accadendo. A differenza di quanto si possa voler credere Facebook ne era a conoscenza ed anzi é stato pure confermato come Cambridge Analytica non fosse l’unica azienda a possedere i dati degli utenti. Una notizia paradossole per alcuni aspetti e che fa capire come questo mondo abbia dei retroscena oscuri su cui molti di noi abbiamo sempre sorvolato.
Ora il vero interrogativo riguarda il futuro della compagnia. Sarà un lento declino come fu per MySpace?
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