Alfredo Altavilla ha lasciato FCA sbattendo la porta dopo la sua non nomina a successore di Sergio Marchionne.
In FCA sono state ore frenetiche quelle che hanno caratterizzato lo scorso weekend dopo la conferma pubblica delle pessime condizioni di salute di Sergio Marchionne. Exor ha deciso di sistemare la faccenda in maniera rapida e di nominare sin da subito i successori in tutte le cariche del malato ex amministratore delegato.
Chi non ha digerito per nulla tutta la situazione è Alfredo Altavilla, ex capo dell’area EMEA di FCA. Ammetto che è stato un fulmine a ciel sereno quello che ha portato alla nomina di Mike Manley come nuova guida del gruppo e non il tarantino braccio destro proprio di Marchionne. In molti, me compreso, avevano visto in lui il degno erede dopo l’uscita di scena del manager con il golfino salvo poi doverci ricredere praticamente su tutto. La famiglia Agnelli ha preferito aprire un nuovo corso per l’intera società e questo non prevedeva un uomo locale ed europeo, ma una guida più globale ed attenta a tutti i mercati.
La reazione di Altavilla, come tutti avrete capito, non si è fatta attendere. Le voci di corridoio dicono addirittura che il manager italiano abbia chiesto di scrivere delle sue dimissioni all’interno dello stesso comunicato stampa che nominava il nuovo amministratore delegato di FCA. Ovviamente la richiesta non è stata accolta, ma tutto questo era solo per farvi capire quanto gli animi fossero alterati.
Ho avuto la fortuna di incontrare per ben due volte Altavilla durante un discorso tenuto all’Università degli Studi di Torino. In lui vedevo una persona forte, carismatica e soprattutto di sane idee e principi. Ammetto anche che molto spesso sembrava di parlare direttamente con un sosia dello stesso Marchionne, per cui era naturale e semplice aspettarsi un suo arrivo al vertice. Forse, però, tutti questi suoi pregi non sono bastati.