Google ammette di spiarci contro il nostro consenso

Google ha ammesso di continuare a tracciare un utente tramite Google Maps nonostante il blocco imposto.

Google l’ha combinata molto grossa questa volta, ma come spesso accade la notizia cadrà in secondo piano per svariati e svariati motivi. Eppure, giudicate voi se sbaglio, ma la situazione è abbastanza grave e mi pare ingiusto che la società non venga punita in alcuna maniera.

Ma di cosa parlo? Di cosa sono così tanto adirato? Dell’ennesimo caso in cui l’azienda americana ha ammesso di continuare a tracciarci quotidianamente anche contro il nostro consenso attraverso l’applicazione di Google Maps. Quest’ultimo aspetto, permettetemelo, è quello che più mi fa arrabbiare. Già perché tramite la schermata dedicata alle nostre posizioni recenti è stato scoperto come in realtà a Mountain View continuavano a mantenere tutti i nostri dati attivi.

Dico tutto questo a malincuore perché nonostante il mio pensiero sia molto spesso lontano da quanto Google pensi o porti sul mercato, ogni tanto una chance gliela voglio sempre concedere. Vuoi per un motivo, vuoi per un altro alla fine una piccola dose di fiducia gli rimane sempre nei miei confronti. Il caso più lampante lo ho avuto questa estate in vacanza con la re-installazione di Google Maps sul mio iPhone per sfruttare il traffico, la miglior ricerca di luoghi e punti di interesse rispetto ad Apple Maps e via dicendo. Lo sappiamo, le mappe di Apple sono buone mentre quelle di Google sono ottime e non c’è nulla da dire o da fare a riguardo.

Perché continuare a fidarsi di questo aspetto quanto è ormai palese a tutti che il prodotto, nel caso di Google, oltre a quello hardware venduto siamo noi stessi? Ma la cosa più grave, al netto del fatto che uno possa accettare o meno la situazione, perché non esistono delle regolamentazioni a tutelarci in tal caso?

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