Alla fine ho trovato la pace dei sensi con il mio MacBook Pro 2018 dopo aver penato per mesi e settimane con il vecchio modello. Apple ha fatto delle porcate, passatemi il termine, sui prodotti del 2016 non garantendo la giusta tutela a chi le ha dato fiducia con oltre 1500 euro spesi. Mi ritengo però fortunato perché dopo tante riparazioni alla fine mi hanno concesso il notebook nuovo optando per la versione con Touch Bar, un processore quad core e non dual core spompato e ben quattro porte Thunderbolt 3. In poche parole è tutto un altro computer.
Parto subito con la tastiera, il vero tallone d’Achille dei vecchi modelli. Apple aveva fatto disastri su disastri montando ad amici dei modelli del 2018 su prodotti in realtà del 2016 e creando non pochi conflitti pur essendo un pezzo hardware. Qui, sui nuovi modelli 2018, è tutto un altro mondo. Ora non so se si romperanno nel breve periodo, ma pare proprio di no, ma anche gli stessi ragazzi dell’Apple Store di via Roma mi hanno confermato come ad oggi non sia ancora rientrato in riparazione un MacBook Pro 2018. Sono fiducioso quindi.
Il secondo aspetto riguardava da vicino la gestione della temperatura e la conseguente prestazione generale del notebook. Il mio vecchio MacBook Pro aveva un processore i5 dual core che dopo poco tempo di utilizzo collegato ad un monitor esterno lo rendeva un fornello con cui friggere delle uova. Le prestazioni calavano non tanto da essere inutilizzabile eh, però si vedeva un deterioramento generale ecco. Sebbene questo 2018 sia invece il modello base senza alcun vantaggio hardware che potessi scegliere, non mostra mai il fianco. Mai significa mai e lo ho provato a mettere sotto torchio in vari modi ma lui zero. Cara Apple grazie anche per questo.
Infine la batteria. Pensavo peggio, molto peggio. Non dura come il vecchio MacBook Pro 2016 senza la Touch Bar, ma dura. Tranquillamente un utilizzo quotidiano lo posso fare fuori per circa 6/7 ore consecutive. Se invece mi metto a montare, tagliare ed editare 3 ore è il massimo che sono riuscito a portarmi a casa.
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