Il primo approccio con lo Xiaomi Mi 9 inizia dalla sua scatola, la quale ha uno stile particolarmente elegante. All’interno trovano posto l’alimentatore da parete 12V/1.5A, il cavo dati USB Type-C, l’adattatore da USB Type-C a jack audio 3.5mm, la cover in silicone e la spilletta per lo slot SIM. Piccolo neo è la mancanza di un paio di auricolari che avrebbe fatto comunque piacere.
Xiaomi non ha voluto azzardare, proponendo per il suo Mi 9 linee morbide e già viste su più fronti. Il produttore cinese nel corso degli anni ci ha abituato a prodotti concreti e anche in questo caso non si è smentito. Lo Xiaomi Mi 9 è costruito con grande cura ed il feeling è davvero premium. La scocca posteriore, con effetto a specchio, è realizzata in vetro stondato e racchiuso dal frame in alluminio lucido. Nel complesso misura 157.5 x 74.67 x 7.61 mm per un totale di 173 grammi.
La prima cosa che si nota in questo smartphone è la tripla fotocamera che fuoriesce nell’angolo superiore. Il modulo è talmente sporgente che nemmeno la cover riesce a racchiuderlo e proteggerlo. Proseguendo con l’analisi visiva ci accorgeremo che, oltre ai convenzionali tasti di accensione/spegnimento e regolazione audio, è stato posizionato sul lato opposto un pulsante personalizzabile, che potrà avviare anche Google Assistant. Sopra di esso c’è l’alloggiamento per la doppia SIM che non prevede purtroppo l’espansione di memoria. Manca anche il jack per le cuffie, come avrete potuto intuire dalla presenza dell’adattatore nella confezione. Gli aspetti negativi riguardano anche l’ingresso USB Type-C che è solamente 2.0 e lo speaker che non è stereo, nonostante i doppi fori sul profilo inferiore. Molto apprezzata la presenza della porta infrarossi.
La scheda tecnica dello Xiaomi Mi 9 fa impallidire la concorrenza, almeno per gli smartphone prodotti fino ad oggi. Il SoC Qualcomm Snapdragon 855 muove tutto con estrema velocità, ed è composto da un Octa-Core con frequenza massima di 2.84GHz e una GPU Adreno 640. Questa configurazione comprende anche 6Gb di RAM LPDDR4X e 64Gb di memoria interna di tipo UFS 2.1; Per i più esigenti è presente anche la variante da 128Gb.
Anche il display è di qualità, basandosi su un pannello AMOLED da 6.39 pollici con formato 19.5:9 e protezione Corning Gorilla Glass 6. La risoluzione è fissa a 2340 x 1080 pixel (Full HD+) con una densità pari a 403 PPI. Sotto la luce diretta del sole non c’è nessun problema di leggibilità data la luminosità elevata e l’aiuto software che interviene proprio in questa occasione (Sunlight Mode 2.0); Inoltre la polarizzazione è stata studiata in maniera corretta. Presente anche la certificazione HDR10 la quale assicura un ottimo contrasto e colori intensi.
Lo schermo racchiude al suo interno il notch, smussato via software per renderlo più piacevole alla vista, ed il lettore d’impronte digitali. Proprio quest’ultimo mi ha deluso per la sua incertezza e poca reattività: siamo ben lontani dalla precisione raggiunta da quelli dedicati. Per assurdo il riconoscimento del volto è nettamente più rapido anche se non è abbinato ad un sensore tridimensionale.
La connettività è davvero completa e comprende il 4G+ con la banda 20, il Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac Dual Band, il Bluetooth 5.0, il GPS A-GPS/GLONASS/BeiDou/Galileo Dual, l’NFC e il già citato sensore infrarossi.
Questo è l’aspetto più discusso soprattutto in relazione alla presenza, nella parte posteriore, dei tre sensori fotografici. Il primo è un Sony IMX586 da 48MP con apertura f/1.8 e lunghezza focale di 27mm, il secondo è un Sony IMX481 grandangolare da 16MP con apertura f/2.2 e lunghezza focale di 13mm, infine il terzo è un teleobiettivo Samsung S5K3M5 con risoluzione da 12MP con apertura f/2.2 e lunghezza focale di 54mm; Tutti sfruttano l’autofocus Laser/PDAF e il flash Dual-LED. Nonostante questa ampia possibilità di scelta, a seconda del contesto in cui ci troviamo, il risultato finale è sempre univoco: più che bene di giorno ma decisamente insufficiente quando la luce viene a mancare. In questo caso si nota una netta perdita di dettagli nonché l’aumentare del rumore anche attivando la modalità Notte.
La sensazione è quella di avere scatti non all’altezza rispetto a quelli catturati da altri smartphone di fascia alta. In particolare la risoluzione da 8000 x 6000 pixel, che si ottiene grazie al primo sensore, sembra favorire il marketing piuttosto che rivelarsi davvero utile, anche perché attivando la modalità 48MP perdiamo l’intelligenza artificiale e l’HDR. Allo stesso modo il comparto frontale, da 20MP e apertura f/2.0, è sottotono e segue quanto descritto fino ad ora.
Le riprese video sono decisamente superiori, nonostante l’assenza di una stabilizzazione ottica, e possono raggiunge la risoluzione massima 4K 60FPS. La resa finale è decisamente godibile grazie anche ad un’ottima gestione dei colori e alla reattività dell’autofocus. Interessante anche la modalità Slow-Motion a 960FPS, che tuttavia viene limitata al Full HD.
Xiaomi Mi 9, con i suoi difetti più o meno gravi, dimostra il peggio di sé con il sistema operativo. La MIUI 10.2 basata su Android 9 Pie, con patch di sicurezza aggiornate a febbraio 2019, presenta numerosi bug e di conseguenza l’esperienza d’uso ne risente pesantemente. L’interfaccia grafica è reattiva e piacevole ma va sicuramente ottimizzata al meglio. I due problemi principali che ho riscontrato riguardano la visualizzazione delle notifiche e la gestione delle chiamate. Se avete avuto in passato un altro Xiaomi avrete già notato come la barra delle notifiche non mostra le icone persistenti ma vengono visualizzate solo nell’instante in cui arrivano.
Ma la cosa che più mi ha creato disagi è stata la parte telefonica: molto spesso non riuscivo ad avere chiamate né in ingresso né in uscita. Questo fenomeno mi è capitato davvero molte volte tant’è che sono riuscito a verificare nello stesso momento l’esatta copertura con lo stesso operatore (Wind) ed un altro smartphone. Per assurdo lo stesso Xiaomi Mi 9 in queste occasioni navigava in 4G senza nessuna interruzione facendomi quindi ipotizzare un problema circoscritto alla sola gestione delle chiamate e non di aggancio alla rete.
La scelta poi di inserire i banner pubblicitari all’interno di alcune schermate di sistema non la condivido assolutamente come del resto la presenza di alcune applicazioni preinstallate non propriamente necessarie. Nulla di estremamente difficile da aggirare ma ciò potrebbe l’asciare perplessi molti utenti fin dalla prima accensione.
Nonostante l’hardware altamente prestante e i 3300mAh di capacità, questo smartphone raggiunge senza particolari problemi le 5 ore di schermo. La batteria, non rimovibile, è quindi promossa anche per un utilizzo intenso nonostante in valori assoluti non siano da record. Sullo Xiaomi Mi 9 troviamo il supporto Quick Charge 4+ sfruttabile tramite cavo fino a 27W mentre in modalità wireless il picco è di 20W. Tuttavia in dotazione viene fornito un alimentatore da parete con standard Quick Charge 3.0 18W, il quale completa la carica in meno di 80 minuti.
Attualmente lo Xiaomi Mi 9 non è un top di gamma adatto a tutti. Chi lo acquista ora, per via del prezzo di lancio invitante, deve essere consapevole che il software non è all’altezza dell’hardware. Questo significa abituarsi a piccoli problemi quotidiani che però potranno essere risolti con i futuri aggiornamenti di sistema. I compromessi non toccano assolutamente la rapidità di esecuzione delle applicazioni, la qualità del display e l’autonomia che, come avrete capito, sono le cose che più mi sono piaciute. Molto bene anche il segnale del GPS che non ha mai perso un colpo e la gestione della temperatura durante le sessioni di gioco. Xiaomi deve assolutamente lavorare sulla fotocamera poiché ha un enorme potenziale inespresso: installando la Google Camera infatti si nota subito un deciso miglioramento. Sono sicuro che nei prossimi mesi, una volta raggiunta la giusta maturità, si potranno apprezzare a pieno tutte le caratteristiche.
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