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Categories: Tecnologia

Da Spotify a Apple Music

Dopo anni di Spotify sono passato ad Apple Music per un solo motivo.

Secondo Spotify sono iscritto dal 2016 e, a parte il primo periodo che avevo ancora la musica su iTunes, ho sempre usato la versione gratuita (una sola volta ho avuto l’abbonamento di tre mesi a 0,99€).

Siccome amo lo shuffle della playlist, ma ancora di più le canzoni che partono a caso quando si finisce di ascoltare un’album o un singolo, la versione gratuita è perfetta così com è (pause pubblicitarie comprese) poiché, lo scopo principale dei servizi streaming è la parte Discover, ovvero quello di far scoprire nuovi brani in base ai nostri ascolti quotidiani.

Però Spotify, per quanto mi riguarda, ha due difetti:

  • la versione gratuita cambia tra smartphone, tablet/computer;
  • l’abbonamento family.

Per prima cosa, nella versione mobile è solo possibile usare lo shuffle, mentre nelle altre due versoni , tablet e pc, si può scegliere anche quale canzone riprodurre. Tutte le versioni, naturalmente, hanno le interruzioni pubblicitarie (non stressanti ma piuttosto ripetitive).

Il secondo diffetto, e anche il motivo per cui sono passato ad Apple Music, è l’abbonamento Family:

Spotify Family funziona solo tra persone sotto lo stesso tetto, ciò vuol dire che Spotify effettua un controllo, confrontando la posizione attuale tramite GPS con l’indirizzo di fatturazione/casa.
Questa scelta è forse tra le cose più insensate che ci siano perché in molti casi la famiglia non si trova nella stessa casa oppure semplicemnte si vuole fare un abbonamento tra amici, come nel mio caso. Quindi piuttosto che farmi un’abbonamento singolo a Spotify, ho deciso di risparmiare, pagando circa 3€, e passare totalmente ad Apple Music.

L’unico ostacolo di questo passaggio è il trasferimento delle playlist. Ci sono siti che permettono di farlo, ma io vi consiglio un’applicazione, SongShift, perché è molto semplice ed è sviluppata nello stile shortcut di iOS.

Per prima cosa bisogna consentire l’accesso alle due piattaforme di streaming e successivamente, toccando l’icona del servizio, scegliere cosa trasferire da una parte all’altra e il gioco è fatto.

Con la versione gratuita sarà possibile trasferire un’intera playlist per volta e non è affatto male visto che alcuni siti hanno un limite nei brani.


Dopo circa due mesi dal passaggio mi sto trovando davvero bene, non è stato molto immediato abituarsi alla grafica di iOS, intesa come suddivisione delle varie sezioni di ascolto.
Apple Music è sicuramente più macchinoso di Spotify, ma come sempre, è solo questione di abitudine.

Ammetto che un po’ mi è dispiaciuto “lasciare” Spotify però adesso sto utilizzando un servizio Apple, quindi sempre reattivo e affidabile.

Redazione Instanews

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