Con l’aumento dei contagi, la Regione Lombardia e tutti i comuni lombardi hanno chiesto al Governo il coprifuoco dalle 23 alle 05
A causa dell’aumento dei contagi in Lombardia il presidente regionale Attilio Fontana ha dovuto correre ai ripari per evitare di ripetere la situazione vista lo scorso marzo.
La Regione Lombardia, insieme a tutti i sindaci di tutti i comuni lombardi, ha chiesto al Governo di applicare il coprifuoco dalle 23 alle 5 a partire da giovedì 22 ottobre.
E’ stata chiesta la chiusura di tutte le attività e il divieto di qualsiasi spostamento, tranne alcune eccezioni.
E’ stato anche chiesto di chiudere la media e grande distribuzione il sabato e la domenica per tutta la giornata. L’obiettivo è quello di evitare assembramenti nei centri commerciali. Escluse dal provvedimento i negozi che vendono generi alimentari.
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Chiuderebbero gli esercizi commerciali con una superficie superiore ai 1500 metri quadri nei comuni fino a 10000 abitanti. Chiusi anche esercizi con una superficie superiore ai 2500 metri quadri nei comuni più grandi. I supermercati resteranno aperti, esattamente com’è successo a marzo.
Attilio Fontana ha precisato a Rete4 che “si tratta di un provvedimento simbolico per cercare di mettere un freno agli assembramenti. Queste situazioni sono provocate soprattutto dalla movida, perché non ci sono sufficienti strumenti di controllo”.
D’accordo anche Giuseppe Sala, sindaco di Milano, e il ministro della Salute Roberto Speranza, che si è schierato a favore di misure più restringenti in Lombardia e ha dichiarato di voler venire incontro alle richieste degli amministratori locali.
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Di fronte a numeri drammatici, in Lombardia proposta di coprifuoco dalle 23 alle 5. Perché è provato scientificamente che il maggior veicolo di contagio sono i metronotte.
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) October 19, 2020
Coprifuoco in Lombardia, cosa cambia per i cittadini
La richiesta di coprifuoco a partire dalle 23 fino alle 5 è arrivata perché si prevedono al 31 ottobre 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4000 in terapia non intensiva.
Ad oggi in Lombardia ci sono 113 persone ricoverate in terapia intensiva, mentre il numero di coloro che non sono in terapia intensiva supera di poco le mille unità.
A marzo la Lombardia fu costretta a curare 1300 malati in terapia intensiva, un numero altissimo che adesso si vuole scongiurare per evitare di riaprire l’ospedale della Fiera.
Il maxi ospedale in Fiera riapre per la seconda ondata: ma è allarme personale https://t.co/8MvS4kZNRq
— Repubblica (@repubblica) October 20, 2020
Il coprifuoco notturno coinvolgerà tutte le attività della movida ma non prenderà in considerazione quelle che vendono beni primari. Non inciderà su coloro che dovranno spostarsi per motivi di salute.
A causa delle difficoltà di tracciamento delle persone positive, gli organi sanitari lombardi invitano la popolazione a restare a casa in presenza di sintomi. Milano ad oggi è l’epicentro del contagio, con 436 casi accertati in città e 814 nell’area metropolitana.
La richiesta di coprifuoco è arrivata in seguito all’annuncio del DPCM che chiede alle autorità locali provvedimenti più restrittivi, qualora lo ritengano necessario.