Dall’introduzione del Reddito di Cittadinanza sono stati scoperti molti “furbetti”. Oggi altri due casi, uno a Imperia e uno in Marocco
Il Reddito di Cittadinanza e la sua effettiva utilità tornano a far discutere. Lo strumento, introdotto dal Governo e fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, è sicuramente d’aiuto alle famiglie più bisognose.
Legati al Reddito però ci sono alcuni vincoli da rispettare, e già in passato si sono create polemiche sul fatto che la maggior parte dei beneficiati stiano a casa senza far nulla o che trovino delle falle nel sistema per poter ingannare lo Stato.
La lotta ai “furbetti” è in atto, ed ogni volta che vengono effettuati dei controlli si svelano gli altarini.
Oggi in particolare ci sono stati due casi che faranno sicuramente discutere.
Il primo è avvenuto ad Imperia, dove venti cittadini avevano simulato di essere in povertà per poter usufruire del reddito salvo poi investire le somme nel gioco d’azzardo.
La Guardia di Finanza, tramite controlli incrociati, è riuscita a risalire al giro di denaro: gli imperiesi avevano vari conti su piattaforme di gioco online che ricaricavano con carte prepagate e bonifici dai propri conti correnti personali.
Nei confronti degli indagati il Gip di Imperia ha emesso un decreto di sequestro preventivo delle somme indebitamente percepite, circa 160 mila euro complessivi.
Ora i venti di Imperia rischiano una pena da due a sei anni di reclusione, per aver reso dichiarazioni false e per aver attestato circostanze non veritiere. Oltre, ovviamente, alla perdita del beneficio di cittadinanza.
L’altro caso venuto alle cronache in questi giorni riguarda un 27enne di origini marocchine che negli ultimi due anni aveva percepito circa 8000 euro con il Reddito di Cittadinanza.
Uno dei requisiti per ottenere il beneficio è quello di essere residente in maniera continuativa in Italia da almeno 2 anni. Ed il ragazzo, pur avendo dichiarato di vivere a Tavullia, in realtà abitava in Marocco.
Le forze dell’ordine hanno potuto trovare l’inganno abbastanza facilmente, visto che il ragazzo era iscritto all’AIRE (anagrafe italiani residenti all’estero) in Marocco. Il problema ora sarà recuperare la somma, visto che il 27enne è introvabile.
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