Il nuovo Dpcm del governo Conte ha chiuso cinema e teatri. Il provvedimento scatena la protesta del settore, tra cui molti esponenti della cultura, della musica, e del cinema e teatro italiani. Un appello per “imbruttire” la mente delle persone, già messe alla prova dall’epidemia
Il nuovo Dpcm contro l’epidemia da Covid in Italia non ha avuto pietà di cinema e teatri. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato la loro chiusura, che è operativa da oggi, lunedì 26 ottobre. “Scelta dolorosa”, per il ministro delle attività culturali Dario Franceschini, ma il mantra è sempre lo stesso: tutelare prima la salute dei cittadini. Eppure i cinema e i teatri non risultano essere luoghi di contagio. Numeri praticamente a zero circa le segnalazioni di positivi, sia di singoli casi che di cluster, che si sono registrati all’interno delle sale.
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Cinema e teatri chiusi: sui social la rabbia contro il Governo
Teatri e cinema dove sono state
adottate misure e ridotti i postiNell’altra foto
I trasporti #Dpcm pic.twitter.com/evGjPW88Lt
— (@Alessiamanconi) October 25, 2020
Chiedo per un amico … quindi i problemi sono il cinema ed i teatri ? #Dpcm
— Salvatore Esposito (@SalvioEspo) October 25, 2020
Min. @dariofrance, è calato il sipario sulla #cultura, cibo dell’anima e presidio di speranza che sconfigge dittatura della mediocrità. Occorre avere visione strategica per tutelare salute, diritti degli invisibili della musica, teatro e cinema e il loro valore socio-economico pic.twitter.com/2phM0rXHW0
— Aboubakar Soumahoro (@aboubakar_soum) October 25, 2020
Non si tratta di contrapporre chiese,cinema e teatro, ma di considerarli allo stesso modo, come luoghi essenziali per il benessere interiore,dove si rispettano le giuste distanze @Artventuno @edyangelillo @FiorellaMannoia @LodoValentina @albertobarbera @fabfazio @RiccardoNoury.
— Beppe Giulietti (@BeppeGiulietti) October 26, 2020
Il virus più pericoloso che teme questo governo si chiama cultura.Dei lavoratori dello spettacolo, del cinema, del teatro e degli eventi non gliene frega nulla.Hanno chiesto aiuto a #Fedez e #Ferragni non per proteggere il popolo, ma per prendere consenso nel loro bacino di fans. pic.twitter.com/9kesSF5PTq
— Marco Rizzo (@MarcoRizzoPC) October 26, 2020
Dibattito aperto.#Agis #Cinema #Teatro #COVID19 pic.twitter.com/3KyXzgsB6X
— riccardo cassini (@riccardocassini) October 25, 2020
Ecco perché scoppia la protesta degli esponenti della musica, del teatro e del cinema. Il maestro Riccardo Muti ha scritto una lettera al “Corriere della Sera”, rivolgendo un appello al presidente Giuseppe Conte. “L’impoverimento – ha scritto il maestro – della mente e dello spirito è pericoloso e nuoce anche alla salute del corpo. Definire “superflua” l’attività teatrale e musicale è espressione di ignoranza, non cultura e mancanza di sensibilità”. Ma gli appelli sono tanti, non solo da parte di attori e musicisti. Rabbia che arriva anche dalla gente comune, che sui social ha manifestato tutto il proprio dissenso.
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