L’epidemia di Covid impazza in Italia (e in Europa) ma i virologi più famosi continuano a litigare. Stavolta Galli se la prende con Zangrillo, accusato di negazionismo. Botta e risposta tra i due medici
Mentre il Coronavirus dilaga in Italia e sale la preoccupazione, i virologi e medici più famosi continuano a litigare sul Covid. Ormai, questi scienziati sono diventati dei personaggi famosi. Dallo scorso inverno vengono quotidianamente intervistati da ogni fonte di media e compaiono continuamente in televisione. Tra i più noti ci sono senz’altro Alberto Zangrillo, che è anche il medico personale di Berlusconi, e Massimo Galli. Entrambi i dottori lavorano a Milano e sono rispettivamente il prorettore dell’ospedale San Raffaele e il responsabile del reparto malattie infettive del Sacco. I due hanno litigato in queste ore, con uno scontro verbale piuttosto acceso. Nel mirino sono finite le posizioni di Zangrillo, da sempre molto “scettico” sulla gravità della pandemia.
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Negazionismo e problema sottovalutato: i medici litigano in tv
#Galli contro #Zangrillo: “Non posso querelarlo per negazionismo” https://t.co/l64sPv3hkn #cartabianca
— Adnkronos (@Adnkronos) October 28, 2020
Chissà da che parte stava Zangrillo nel sessantotto.
— Roberto Renga 🇪🇺🇮🇹 (@RobertoRenga) October 28, 2020
Fu lui, ad esempio, a dire la scorsa estate che il virus era clinicamente “morto”. Stavolta il medico del Raffaele è accusato in maniera eloquente di negazionismo: “Il professor Galli mi accusa di continuo e lo fa in modo diretto. Allora mi denunci”, ha tuonato Zangrillo a La7. Il medico ribadisce: “Quelli che sono semplicemente più ottimisti, e che hanno enfatizzato meno il catastrofismo, hanno un contatto più diretto con le realtà ospedaliere”. Zangrillo ha fatto un appello alla tranquillità, all’organizzazione e a una comunicazione più responsabile. Immediata e stizzita è arrivata la replica di Galli. “Non posso denunciarlo – ha risposto il professore a Rai 3 – non mi risulta che esiste il reato di riduzionismo e negazionismo esistano in questo paese”. Il medico se la cava con una battuta, poi precisa: “Ciascuno è responsabile di ciò che dice, e anche delle basi scientifiche sulle quali parla. Io non voglio essere tra quelli che hanno sottovalutato il problema”.
#Zangrillo quando annunciò la “morte clinica del virus”, si assunse (platealmente) la responsabilità e paternità di quell’ affermazione; raccolse già allora gli insulti che oggi sono diventati sentenze, incontrovertibili.
— Nicola di Leo (@dileonic) October 28, 2020
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Se solo gli avessero dato un ruolo in questo governo… a parte viceministro#Sileri #Zangrillo #Covid_19 pic.twitter.com/HZLSlE48xc
— augusto rasori (@guttolo) October 28, 2020
#Zangrillo quando annunciò la “morte clinica del virus”, si assunse (platealmente) la responsabilità e paternità di quell’ affermazione; raccolse già allora gli insulti che oggi sono diventati sentenze, incontrovertibili.
— Nicola di Leo (@dileonic) October 28, 2020