Mihajlovic racconta la sua malattia: “Avevo paura e piangevo, non sono un eroe”

L’allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic racconta la sua malattia in un’intervista al “Corriere della Sera”. “Piangevo, avevo paura. Non sono affatto un eroe. Prima davo tutto per scontato, ora non più”

Mihajlovic racconta la sua malattia: "Avevo paura e piangevo, non sono un eroe"
Mihajlovic racconta la sua malattia: “Avevo paura e piangevo, non sono un eroe” (websource)

L’inferno della leucemia vissuta sulla propria pelle. Una malattia gravissima, ben più difficile delle tante partite decisive che ha giocato e sfide vissute da allenatore. Per Sinisa Mihajlovic, l’esperienza con il terribile male è stata una prova complicata, ma che alla fine è riuscito a superare soprattutto grazie all’amore della sua famiglia: la moglie Arianna e le due figlie. L’ex calciatore l’ha raccontata in una lunga intervista al Corriere della Sera: “Ma quale eroe. Non lo sono. Non sono un eroe, e nemmeno Superman. Se mi avete sentito parlare in quel modo, all’epoca, era solo per darmi coraggio. Io in realtà avevo paura, piangevo e mi chiedevo perché. Ho implorato aiuto a Dio, come fanno tutti quelli che soffrono. Cercavo di darmi forza nel solo modo che conosco, combattendo senza mollare mai”.

Ti potrebbe interessare anche – Vaccino Covid, la Russia annuncia: “Il nostro è efficace al 92”

Mihajlovic racconta la sua malattia: “Ho sofferto e avevo paura”

 

Visualizza questo post su Instagram

 

💕 Quando sorridi non c’è nulla da aggiungere 💕

Un post condiviso da Arianna Rapaccioni Mihajlovic (@ariannamihajlovic) in data:

L’allenatore ha superato la malattia dopo lunghe e difficili cure, riuscendo a proseguire la sua attività di tecnico del Bologna, seppur con molte difficoltà: “Ora mi godo ogni momento, prima non lo facevo. L’errore più grande è dare tutto per scontato. Quello che conta nella vita sono gli aspetti e la salute. Nient’altro è così importante“. Sinisa ha avuto il coraggio di mostrarsi sofferente, senza nascondere i segni del male che lo affliggeva. Lui è stato un esempio di coraggio per molti malati: “Non bisogna vergognarsi di essere malati. Serve mostrarsi per quello che si è. Volevo dimostrare alle persone che mi conoscono che si può vivere una vita normale, anche se fossero gli ultimi giorni”. E l’aiuto più grande è arrivato dalla famiglia: “Mi hanno aiutato molto. Mia moglie, le mie figlie, i miei cari tutti. Ora basta soffrire, voglio tornare a essere uno “zingaro di m…””, ha scherzato il coraggioso Sinisa Mihajlovic.

Leggi anche – Malattia di Kawasaki: c’è una correlazione con il COVID-19 nei bambini?

Gestione cookie