Nel bollettino dei casi Covid in Italia, secondo la comunità scientifica, ci sono alcuni dati mancanti. Nasce la petizione #datibenecomune
In questi giorni tutti noi attendiamo con impazienza il Bollettino Covid nazionale per conoscere i numeri dei morti, dei contagiati e delle terapie intensive.
Questo ovviamente per tenere sott’occhio la situazione che, quando migliorerà, potrà permettere al Governo di allentare le restrizioni e restituirci finalmente una vita normale.
Sui numeri pubblicati dalle autorità però c’è sempre poca chiarezza, o meglio: ci sono alcuni dati mancanti che sia i cittadini che la comunità scientifica vorrebbe conoscere per analizzare al meglio l’andamento della pandemia.
E’ nata quindi in questi giorni una petizione, denominata #datibenecomune, che punta proprio a far luce su questi dati nascosti o mal comunicati dalle istituzioni.
Petizione #datibenecomune, le richieste al Governo
Promossa da Marco Cappato della Luca Coscioni, Valerio Alvino di Openpolis e Davide Del Monte di Transparency International Italia, la petizione ha stabilito alcune richieste al Governo:
- rendere disponibili, aperti, interoperabili (machine readable) e disaggregati tutti i dati comunicati dalle Regioni al Governo dall’inizio dell’epidemia per monitorare e classificare il rischio epidemico (compresi tutti gli indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio, di accertamento e quelli di risultato).
- rendere pubbliche le evidenze scientifiche, le formule e gli algoritmi, che mettono in correlazione la valutazione del rischio, le misure restrittive e l’impatto epidemiologico ad esso correlato;
- nominare un/a referente COVID-19 su dati e trasparenza e un/a referente per ogni regione, a cui la società civile possa fare riferimento;
Questi sono solo alcuni dei punti trattati nella petizione, che potrete trovare in forma completa al sito datibenecomune.it
I dati mancanti del Governo: decessi, terapie intensive, bandi Covid
Il bollettino quotidiano rilasciato dalla Protezione Civile ci informa su casi totali, nuovi e attivi, ricoveri, terapie intensive, numero di pazienti in isolamento e guariti, tamponi effettuati e casi testati. Il tutto su base regionale.
Quali sono quindi i dati mancanti? Proviamo a riassumerlo per poi approfondire singolarmente:
- dati provinciali e comunali
- il formato dei dati è inadeguato
- i bandi dei contratti Covid sono difficili da reperire
Come dicevamo sopra, i dati riportati nei bollettini sono regionali. A livello provinciale queste informazioni non sono garantite e non esistono dati aperti di alcun tipo su base comunale o divisi per zone o singole strutture ospedaliere.
La comunità scientifica chiede di ricevere dati il più possibile disaggregati, per poter risalire, sempre nel rispetto della privacy, ad ogni singolo cittadino. “Stiamo parlando del singolo paziente: ognuno ha un nome, un’età, un domicilio o un luogo di lavoro. Informazioni preziose”, ha dichiarato Cappato.
Proprio a causa di questa mancata disaggregazione, è impossibile quindi conoscere con precisione dove e come avvengono decessi o se ci sono o meno posti di terapia intensiva liberi in un determinato Comune.
Inoltre, per quanto riguarda i dati sui decessi, l’Istituto superiore di sanità aggiorna in maniera periodica le statistiche, ma si tratta di schemi e sintesi relative solo a una quota di deceduti, circa 5mila. Significa quindi che più di 35mila cartelle cliniche di persone positive al virus Sars-CoV-2 e decedute non sono analizzate.
Tutto questo porta inevitabilmente a delle discrepanze, e alla chiusura di determinate regioni che in realtà sono in situazioni meno difficili o viceversa.
Per quanto riguarda il formato utilizzato per la comunicazione dei dati, il Governo ha scelto di utilizzare dei PDF con diritto d’autore. Salvo il diritto di cronaca, l’uso dei dati è dunque limitato e non si potrebbe, tre le altre cose, sviluppare un’app gratuita per i cittadini.
Inoltre ci si domanda come mai la scelta sia caduta sull’utilizzo di un pdf, quando impiegando lo stesso tempo si potrebbe compilare un database accessibile a tutti.
In ultima istanza, il presidente di Openpolis Alvino ha riscontrato più di una difficoltà nell’accedere agli atti dei bandi Covid emanati dal commissario Arcuri. “Bandita la gara, in molti casi non è stato possibile conoscere il contenuto dell’accordo tra le ditte vincitrici e la parte pubblica”.
La polemica è destinata a continuare, almeno fin quando non saranno resi disponibili a tutti i cittadini questi dati mancanti.