Una sola voce fuori campo, quella del ‘Pupone’ giallorosso. ‘Mi chiamo Francesco Totti’ è davvero un bel documentario. Consigliato a tutti
‘Mi chiamo Francesco Totti’ è un documentario in prima persona dedicato totalmente all’ex capitano della Roma.
In quasi 100 minuti Totti riassume tutta la sua carriera, dai primi calci al pallone fino all’addio del 28 maggio 2017.
Il film è diretto da Alex Infascelli ed è disponibile dal 16 novembre su tutte le piattaforme Sky e Now Tv.
Il lungometraggio è tratto dal libro ‘Un capitano’, edito da Rizzoli e scritto da Francesco Totti con Paolo Condò.
Infascelli è un regista romano che ha iniziato a fare esperienza nel campo cinematografico negli Stati Uniti.
Una volta rientrato in Italia ha iniziato la carriera da regista. E’ specializzato nei documentari.
Nel 2015, infatti, ha diretto ‘S is for Stanley – Trent’anni dietro al volante per Stanley Kubrick’.
Questo lungometraggio è stato premiato ai David di Donatello come miglior documentario.
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L’ottavo re di Roma si racconta. Dalla Lodigiani alla Roma, tutto in un documentario
‘Mi chiamo Francesco Totti’ ha una sola voce narrante, quella del 10 giallorosso più famoso di tutti i tempi.
Il ‘Pupone’ racconta la sua vita, da quando alle elementari giocava con gli amici della scuola ‘Manzoni’, sino ai primissimi anni alla Lodigiani.
Poi il passaggio alla Roma, le prime soddisfazioni e una sostituzione che gli cambia la vita.
Nel corso di una partita nella quale ha segnato una doppietta viene richiamato in panchina dall’allenatore.
Francesco pensa sia successo qualcosa di grave e invece deve correre a Brescia per raggiungere la prima squadra.
Allo stadio Rigamonti arriva il debutto e l’inizio di una brillante carriera che durerà 24 anni, tutti vissuti in giallorosso.
Poi l’incontro con Carlo Mazzone, che Francesco definisce un padre, un uomo che gli ha insegnato i veri valori dello sport.
I rapporti cattivi con Carlos Bianchi, che Franco Sensi mandò via perché aveva chiesto Litmanen al posto di Totti. Come aveva osato!
E la maturazione definitiva con Zdenek Zeman, il tecnico che lo ha trasformato come atleta.
Poi arriva il racconto delle vittorie con Fabio Capello, lo scudetto del 2001, la festa. Un anno dopo il titolo della Lazio.
Titolo che Francesco ricorda bene, poiché racconta di essersi chiuso in casa per giorni.
E poi tutto il resto della carriera, passando per il mondiale vinto, la caviglia rotta, il supporto di Marcello Lippi e la Coppa del Mondo alzata al cielo a Berlino.
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Il finale di carriera, il Real Madrid, Spalletti e la famiglia
Francesco più volte mette in risalto amici e parenti più stretti, in particolare Vito Scala, suo amico e collaboratore fidato.
Nel documentario Totti racconta di quanto amici e parenti siano stati fondamentali quando ha dovuto scegliere se restare alla Roma o andare al Real Madrid.
C’è spazio anche per qualche amarezza, che non manca mai nella carriera di un calciatore.
Tra queste c’è sicuramente il rapporto con Luciano Spalletti, che nel loro primo incontro era stato ai limiti della perfezione.
Non è stato così nel periodo che va dal 2015 al 2017, quando il tecnico toscano e il ‘Pupone’ sicuramente non si sono amati.
Tra un battibecco e una partita risolta da Totti, si arriva al 28 maggio 2017, il giorno dell’addio al calcio del capitano.
Gli ultimi minuti fanno uscire fuori l’anima di Francesco Totti, capace di far emozionare anche chi non è romanista.
Da questo documentario non viene fuori nulla di nuovo, ma due solide certezze, volendo parafrasare un noto spot.
Francesco Totti è stato uno dei più grandi talenti della storia del calcio, non solo italiano.
Francesco Totti è Roma, Roma è Francesco Totti. Nel dizionario dei sinonimi, queste voci sono sulla stessa riga.
‘Mi chiamo Francesco Totti’ è un documentario gradevole, che si lascia guardare tutto d’un fiato, che non fa venire voglia di andare avanti perché già si conosce il finale.
E’ disponibile su tutte le piattaforme Sky, Sky Go e Now Tv. Ed è consigliato a tutti coloro che amano lo sport, non è un prodotto per soli romanisti.
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Il documentario su Francesco Totti, le reazioni del web
‘Mi chiamo Francesco Totti‘ ha fatto immediatamente discutere. dal web sono arrivati tanti commenti, quasi tutti positivi.
Ecco il pensiero degli iscritti a Twitter:
Ho appena finito di vedere un film: "Mi chiamo Francesco Totti".
Il calcio è quella cosa meravigliosa che ci permette di perdonarci, da adulti, di essere rimasti bambini. Totti è stato un meraviglioso "venditore di sogni". I suoi e quelli dei tifosi.— riccardo cucchi (@CucchiRiccardo) November 16, 2020
La cosa più bella di "Mi chiamo Francesco #Totti" è l'esordio con la squadra dei sogni. Chi calcia un pallone lo fa perché sogna di giocare nella squadra del cuore, nello stadio del cuore. Chissà che emozione…
Grazie videogiochi, per averci dato questa possibilità!
— Alberto Santi (@albi_santi) November 17, 2020
https://twitter.com/Totti/status/1306903818240765952
Appena finito di vedere Mi Chiamo Francesco Totti e quante lacrime, che bel documentario
— fede (@xchrisandi) November 17, 2020
https://twitter.com/l_volpi/status/1328787825454702600
https://twitter.com/Cecils33724063/status/1328464164734590979
https://twitter.com/19ele26/status/1328833036381720576
Quasi pianto a vedere “Mi chiamo Francesco Totti”
— LorenzielloInsigne (@LorenzielloI) November 16, 2020
Mi Chiamo Francesco Totti. Docufilm assolutamente da vedere. L’anima fragile di un campione assoluto che va oltre le rivalità di campanile https://t.co/HaDFv7h0x9
— Lucio Pengue (@luciopengue) November 18, 2020