25 Novembre e il suo significato: perché celebriamo la giornata contro la violenza sulle donne e le dichiarazioni di Vladimir Luxuria.
La giornata del 25 Novembre è ormai da più di vent’anni la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Perché questa ricorrenza è stata istituita proprio in questo giorno?
Guardiamo al passato per capire meglio il presente e leggiamo le dichiarazioni di Vladimir Luxuria su questo giorno così importante.
“OGNUNA DI LORO AVEVA UN MOTIVO PER FARE LA RIVOLUZIONE: PER UN PAESE MIGLIORE, PER LA GIUSTIZIA, PER LA LIBERTA’, PER…
Pubblicato da Cannibali e Re su Martedì 24 novembre 2020
Celebrare il 25 Novembre è un appuntamento diventato veramente importante.
Numerosissimi sono ancora i casi di femminicidio che accadono ogni giorno.
Solo oggi ce ne sono stati altri due, in due diverse zone d’Italia.
Questi casi si vanno ad aggiungere a quelli censiti da Eures, la banca dati degli omicidi colposi.
I dati riguardanti la violenza sulle donne, che trovate in questo articolo, sono veramente spaventosi.
Per quale motivo, però, la celebrazione della giornata contro la violenza sulle donne è stata istituita proprio il 25 Novembre?
La decisione l’ha presa l’ONU (l’Organizzazione per le Nazioni Unite) nel 1999 ed il motivo risale ad un fatto accaduto nel 1960.
La storia delle quattro sorelle Mirabal (Patria, Dedè, Mirabel e Maria Teresa) è quella che ha ispirato la giornata del 25 Novembre.
Le giovani (tutte sotto i 36 anni) erano state incarcerate insieme ai mariti.
Erano tutti militanti in un’organizzazione sovversiva che, nella Repubblica Dominicana, combatteva il dittatore Trujillo.
Il regime repressivo era particolarmente violento soprattutto nei confronti delle donne.
Rilasciate dopo l’incarceramento, per paura di incorrere nel biasimo internazionale, le sorelle Mirabal sono presto diventate il simbolo della lotta alla violenza.
Non erano personaggi secondari, ma vere e proprie figure militanti che ogni giorno si battevano per una società più equa e giusta.
Il 25 Novembre del 1960, però, tornando da una visita ai mariti ancora detenuti in carcere, sono state uccide dal regime.
La macchina su cui viaggiavano, infatti, è stata fermata, le giovani assalite e brutalmente assassinate.
Solo una di loro, Dedè, riuscì a salvarsi.
Successivamente è stato anche organizzato un depistaggio che, fortunatamente, non ha avuto successo.
Trujillo si dimise e le sorelle Mirabal sono diventate il simbolo della lotta a cui tante energie avevano dedicato.
A seguito di questi eventi, il 25 Novembre è diventato il giorno del primo Incontro Internazionale Femminista.
E, da allora, è diventata ufficialmente una giornata di celebrazione e ricordo.
Intervistata in esclusiva dai microfoni di INews24, Vladimir Luxuria ha rilasciato delle dichiarazioni importanti riguardo la situazione italiana.
“Non dobbiamo mai abituarci a leggere di questi brutti episodi, soprattutto in un periodo come questo del Covid, con l’obbligo di stare a casa“.
Definendo le mura di casa come mura di una prigione, l’attivista ed ex politica italiana si è espressa riguardo la condizione femminile in Italia.
Effettuare la transizione, secondo le parole di Vladimir Luxuria, l’ha esposta a critiche di vario genere.
Soprattutto a quella di aver “abbandonato” una condizione sicura: quella di essere uomo.
Questa considerazione non ha fatto altro che accendere i riflettori sulla condizione femminile in Italia.
Ancora molte persone vengono, giornalmente, sminuite ed insultate solo perché donne.
La violenza ha molte forme.
Alcune eclatanti e “concrete”, come le botte, il costante giudizio fisico, gli stupri, gli omicidi.
Altre meno palesi, eppure altrettanto importanti. La differenza di salario, il divieto di truccarsi, il divieto di uscire con le amiche, gli insulti.
Giudicare chi è vittima di queste violenze non serve ad aiutare la causa.
Tutti dobbiamo combattere insieme ed aiutare chiunque si trovi in difficoltà.
L’appello di Vladimir Luxuria, comunque, è a non perdere la speranza.
Nella sua intervista ha ricordato che, nonostante la pandemia di Coronavirus, i centri anti-violenza sono ancora aperti e funzionanti.
“Se siete vittime di violenza potete chiedere aiuto, potete scappare, potete uscire. (…) Non pensate che se un uomo usa violenza lo fa perché vi vuole bene, perché vi ama troppo, no. L’amore non si concilia con le botte.”
L’attivista LGBT ha poi continuato la sua riflessione parlando delle terribili conseguenze (solo per le donne, ovviamente) di chi vede finire in rete un contenuto privato e personale.
Lo stigma sociale, gli insulti, le prese in giro: tutto concorre a demonizzare e violentare, ancora, le donne.
La differenza è palese: quando contenuti intimi “maschili” finiscono sul web non c’è notizia.
Una differenza così è quella che può servirci di più ad aprire gli occhi: la società italiana è ancora fortemente patriarcale, non inclusiva, violenta, misogina.
Basta guardarsi intorno per vederlo.
Nel suo intervento, Vladimir Luxuria attacca anche il giornalismo italiano, soprattutto quello di parte.
Un editoriale uscito solo ieri a firma di Vittorio Feltri (che dal 26 Giugno ha rassegnato le dimissioni dall’Ordine dei Giornalisti) ha acceso il dibattito.
Nel pezzo in questione, l’ex giornalista Feltri si è espresso sul caso Genovese, definendo la ragazza “ingenua”.
Le sue opinioni hanno decisamente scosso il web.
Sostenere che qualcuno “se la sia andata a cercare” dice Vladimir Luxuria e noi con lei, equivale ad essere complici della violenza che si pratica sul corpo delle donne.
Inutile fare considerazioni sugli abiti che indossiamo, su dove siamo andate, con chi ci siamo accompagnate e quali sostanze abbiamo assunto.
La vittima di uno stupro non ha colpe: lo stupratore, invece, sì.
In coda a questo articolo ci teniamo a ricordarvi gli strumenti con i quali potete combattere la violenza:
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