Il Coronavirus era in Italia già nel 2019. Le prove che il Covid-19 era già presente nel nostro paese risalgono a Dicembre 2019: i dettagli.
Il Covid-19 era presente in Italia almeno tre mesi prima dell’individuazione del paziente zero di Codogno.
I ricercatori, infatti, hanno trovato tracce di Covid-19 su un tampone effettuato all’inizio di Dicembre 2019 ad un bambino.
Il piccolo era stato testato per il morbillo. Oggi sappiamo che aveva il Covid-19.
Vi è mai capitato di pensare, in questi lunghi mesi, di aver avuto il Covid-19?
Ebbene, adesso è arrivata la conferma.
Il Coronavirus circolava in Italia ben prima del caso di Codogno.
Nessuno dice che lo avete avuto per forza ma, forse, una probabilità adesso c’è.
In moltissimi, infatti, hanno lamentato (tra Novembre e Dicembre 2019) sintomi febbrili piuttosto forti, accompagnati da tosse e difficoltà respiratorie.
Adesso sappiamo che alcune di queste febbri non erano semplici alterazioni ma potevano essere Covid-19.
A riportare la notizia è FanPage, sulla base di uno studio dell’Università Statale.
Gian Vincenzo Zuccotti, presidente del comitato di Direzione della facoltà, ha annunciato oggi i risultati di questa ricerca.
Lo studio è stato coordinato dalla professoressa Tanzi insieme al dipartimento dell’OMS per la sorveglianza di Morbillo e Rosolia.
A quanto pare, quindi, sarebbero state ritrovate tracce di Covid-19 su un tampone effettuato nei primi giorni di Dicembre 2019.
Un bambino, testato con tampone oro-faringeo per vedere se aveva il morbillo, era, in realtà, malato di Covid-19.
La scoperta è decisamente sorprendente.
Il virus, quindi, circolava nel nostro paese ben tre mesi prima del caso zero, quello del paziente di Codogno.
L’ipotesi circolava già da tempo, sia su internet che nell’opinione pubblica, data l’incredibile crescita della curva del contagio.
Sembrava, infatti, che una volta trovato il primo paziente la cavalcata del virus avesse iniziato, inarrestabile, a mietere contagi.
Adesso, però, sappiamo che certamente il Coronavirus circolava sul territorio italiano già da tre mesi.
Solo, purtroppo, non ne avevamo idee.
L’analisi del tampone utilizzato serve, a posteriori, per analizzare le condizioni di diffusione spazio-temporale del virus.
Condizioni delle quali, sfortunatamente, sappiamo ancora troppo poco.
Il Covid-19, quindi, può dar luogo anche ad altri sintomi associabili a malattie più conosciute.
I sintomi della sindrome di Kawasaki (eruzioni cutanee, febbre, lingua rosso fragola) possono essere provocati dal virus.
Così anche quelli del morbillo o di altre infezioni virali.
I dermatologi avevano già evidenziato queste concomitanze, soprattutto quelli della Lombardia.
Insomma, a quanto pare il Covid-19 potrebbe aver già colpito parte della popolazione, fortunatamente senza gravi conseguenze.
La scoperta, comunque, ha veramente dell’incredibile.
Secondo gli studiosi questa scoperta sarà necessaria per affrontare il futuro globale e mondiale post Covid-19.
Dobbiamo imparare a gestire il controllo delle malattie infettive e di quelle che potrebbero presentarsi in futuro.
La strategia, quindi, prevede l’analisi sistematica dei pazienti ed un’attenzione mirata sul territorio.
Sono questi gli strumenti per creare una “difesa” dalle nuove pandemie.
Al momento, però, rimane una domanda: quando finirà il Coronavirus?
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