Una storia davvero curiosa si cela dietro il colore arancione accesso delle carote. In questo caso va fatta un po’ di storia ed un po’ di scienza.
Riflettendoci ognuno di noi vorrebbe curiosamente trovare le origini che si nascondono dietro magari l’azzurro del cielo, i colori del sole e della luna, e perché no, anche il colore arancione delle carote. Non bisogna necessariamente sentirsi ignoranti per provare ad apprendere un po’ di ciò che ci circonda, basterebbe qualche informazione in più giusto per conoscere ciò che ci interessa sapere in modo autonomo.
In questo caso c’è da sottolineare che le origini della carota sono un miscuglio di storia e di scienza che si intrecciano assieme. Si tratta di una storia di fedeltà e di fiducia, di guerra e di passione nei confronti del liberatore.
La storia risale, è da premettere, addirittura al 1600 e trae le proprie origini dal territorio olandese che in quel periodo era al centro di un conflitto, molto studiato nei libri di storia, che tanto abbiamo amato ed odiato nel nostro percorso di studi.
Vediamo assieme di cosa stiamo parlando.
Origini storiche e scientifiche del colore arancione delle carote: facciamo un giro in Olanda
Non tutte le persone assidue consumatrici di carote conoscono la storia che si nasconde dietro il colore arancione della categoria di carotine che più è diffusa. Il colore arancione, che prevale nella maggior parte delle specie utilizzate dall’agricoltura di mercato, ha infatti una storia che nasconde una scelta di natura politica.
Infatti durante la fine del diciassettesimo secolo era ormai finita la famosissima guerra di indipendenza contro il potere spagnolo. In quell’occasione si era sempre alla ricerca di modi per omaggiare in Olanda la dinastia degli Orange.
L’idea che riguardava proprio le carote si diffuse nelle campagne basse olandesi. Fu un lampo di genio assoluto; alcuni coltivatori iniziarono a selezionare con cura i semi per dare il caratteristico colore arancione che vediamo ancora adesso.
Ci vollero, naturalmente siccome la scienza è un processo lungo e non assolutamente breve, generazioni su generazioni di carote. Per fortuna non in molto tempo i contadini riuscirono ad ottenere un risultato a dir poco innovativo ed eccezionale. Fu proprio grazie a questa selezione e miscellanea di semi su semi di carote che nacque il colore delle carote arancioni per come le conosciamo oggi. Un arancione vivo ed acceso.
All’origine del colore arancione delle carotine c’è quindi una scelta di natura politica da parte degli agricoltori olandesi in omaggio alla dinastia degli Orange. Quest’ultimi volevano rendere omaggio alla dinastia che li aveva liberati mostrando assoluta fedeltà nei loro confronti.
Di fatto da quel momento in poi la scelta di questi contadini olandesi fu apprezzata da tutta la comunità europea. Il tutto dato che il nuovo colore era molto più gradevole alla vista e si caratterizzava per un gusto meno salato e meno forte, più dolce e delicato rispetto alla versione originaria, che quindi attraeva anche i gusti più sofisticati e i palati più fini.
Attualmente, ad onore di precisione, bisogna specificare che nel mondo esistono precisamente cinque categorie di carote:
- In primis le carote arancioni, che contengono la vitamina A, la cui carenza comporta secchezza ai gomiti, e che fanno bene molto alla salute sia dei più grandi che dei più piccini;
- Poi ci sono le carote bianche e rosse che sono meno interessanti dal punto di vista del fabbisogno nutrizionale.
- Per terze le carote violacee, ricche di sostanze antiossidanti presenti anche nel vino che fanno bene alla circolazione;
- Infine invece le carote gialle ricche di vitamine che proteggono la macula degli occhi;
Solo una però è quella più diffusa di tutte ed ha una storia che è una scelta politica che ha, in un certo senso, cambiato i colori del mondo.