Il Decoded Neurofeedback è una tecnica che consente di allenare la zona del nostro cervello che si occupa dello sviluppo dell’autostima
Spesso sentiamo parlare dell’esistenza di chiari segnali di quanto bassa possa essere l’autostima di una persona. Ed è qualcosa che tocchiamo con mano sempre di più al giorno d’oggi tra le persone che ci circondano. A tutti sarà capitato qualche volta di dubitare delle proprie capacità di giudizio o sulla scarsa autorevolezza nel momento in cui bisogna prendere una decisione importante.
E’ evidente, dunque, che chiunque abbia avuto dei momenti di scarsa autostima, facendo scattare quella molla nella nostra mente che potesse permetterci di migliorare questo tipo di sensazione. Una sorta di desiderio di non sentirci più inadeguati in una determinata situazione, per essere più sicuri, sia con noi stessi che agli occhi delle persone che ci osservano dall’esterno.
In pochi sanno che è tutta una questione di allenamento. Allenarsi prevede uno sforzo per migliorare e riuscire a raggiungere un obiettivo. Tutto ciò è stato studiato presso l’Istituto Internazionale di Ricerca in Telecomunicazioni di Kyoto, in Giappone. Insieme ai giapponesi hanno collaborato anche gli esperti del dipartimento di psicologia dell’UCLA (University of California Los Angeles). Questi esperti sono arrivati ad una conclusione: per alimentare la propria autostima bisogna allenarsi. Ma andiamo a vedere nel dettaglio i risultati di questo studio.
Lo studio che gli esperti hanno portato a termine ha permesso di individuare una zona del cervello deputata a regolare il nostro livello di autostima. A questo punto gli scienziati si sono posti un quesito: “E’ possibile potenziare quest’area della nostra mente?”. Se una persona è in grado di aumentare le proprie conoscenze, allora può anche riuscire a sviluppare l’autostima.
Con questo obiettivo i ricercatori hanno selezionato diciassette volontari con i quali portare avanti alcuni test per valutare la possibilità di allenare quella specifica zona del nostro cervello. E pare che già durante l’esperimento alcuni volontari abbiano affermato di sentirsi sempre più sicuri, come se soltanto accennare l’allenamento riuscisse ad influire in maniera positiva sulla loro autostima.
Ma nello specifico, in cosa consiste questo allenamento? Il termine che viene utilizzato è Decoded Neurofeedback, cioè il processo di induzione della conoscenza in una materia aumentando l’attivazione neuronale in determinate aree del cervello, come ad esempio la corteccia visiva. Ai volontari è stato chiesto di compiere una semplice azione valutare il proprio livello di autostima percepito.
Sin da subito i ricercatori hanno potuto notare una certa sicurezza che i soggetti manifestavano quando rispondevano alle domande. Andando ad invertire il meccanismo, i ricercatori hanno invece notato una sottostima dei volontari nel dare la giusta risposta. Come se, stimolando una determinata zona del cervello, si possa far aumentare o diminuire la propria autostima in base alla tipologia dello stimolo.
Uno dei ricercatori che ha condotto questo esperimento si chiama Hakwan Lau e queste sono state le sue considerazioni: “In questo studio abbiamo provato a verificare la sicurezza delle persone e a quantificarla in modo psicofisico, assicurandoci che gli effetti notati non fossero il frutto di cambi d’umore o semplici calcoli. I cambiamenti di percezione della sicurezza sono avvenuti anche nel momento in cui l’intensità di applicazione dei volontari non è variata”.
Da questo studio abbiamo dunque appreso che l’impegno paga sempre, anche quando si tratta di allenare la propria mente o la propria autostima. Migliorare si può, basta allenarsi!
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