Cosa cambia per l’Italia con la Brexit? Tutti i dettagli sul divorzio inglese
Con l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa è ormai giunto il momento di fare i conti con cosa cambia per l’Italia a causa di questo divorzio.
Infondo ce lo stiamo chiedendo tutti ed è arrivato il momento di capirci qualcosa in più. Non è semplice comprendere un trattato di recessione del genere, caratterizzato per essere il “divorzio” più grande della storia contemporanea.
Molti sono i dettagli da scoprire e bisogna andare grado per grado per avere una comprensione a tutto tondo di quello che sarà il futuro delle nostre relazioni con la Gran Bretagna.
Tutti i cambiamenti per l’Italia dopo l’uscita ufficiale della Gran Bretagna dall’Europa
Con il divorzio più grande della storia contemporanea ci saranno quindi nuove misure da dover ottemperare per potersi relazionare alla Gran Bretagna. In dettaglio:
Sarà necessario utilizzare il passaporto (senza visto) per giungere nel Regno Unito e per poterci restare fino a tre mesi. Se invece vuoi restare per un periodo più lungo, nel caso in cui si intenda però soggiornare per ragioni di lavoro o di studio, occorreranno invece visti analoghi a quelli richiesti attualmente agli stranieri non comunitari in principio di piena uguaglianza di trattamento.
Al fine di limitare gli ingressi di persone anche dall’Unione Europea, vengono introdotte liste di priorità legate al possesso di un contratto di lavoro già garantito, con un salario minimo annuo lordo a partire dalla cifra di 25.600 sterline (oltre 28.000 euro).
Per poter accedere bisognerà entrare in un sistema di filtraggio a punti in cui verranno valutate fra le altre cose il livello delle proprie specializzazioni e la padronanza della lingua inglese.
Per quanto riguarda il settore soprattutto turistico nasce anche il problema del roaming telefonico. Gli utenti italiani in Gran Bretagna potevano utilizzare le proprie schede telefoniche come se fossero in Italia grazie a leggi di carattere comunitario. Ora questo non è più possibile a meno di nuovi accordi successivi.
La Gran Bretagna è poi uscita anche dal programma Erasmus, a carattere europeo, ed ha intenzione di organizzarne uno diverso su scala globale tramite investimenti del ministero dell’Istruzione. Il nuovo meccanismo dovrebbe essere intitolato al matematico Alan Turing.
Per quanto riguarda il settore accademico le cose cambieranno in modo drastico. Chi vi s’iscriverà ad una università britannica dal 2021 dovrà pagare una retta piena, al pari di coloro che non fanno parte dell’Unione Europea. A seconda degli atenei universitari si può arrivare fino all’equivalente di oltre 30.000 euro per anno accademico.
Per coloro che invece sono già residenti sull’isola (si parla di cifre da capogiro con all’incirca 4 milioni di europei, di cui ben oltre 700.000 sono italiani), il mantenimento dei diritti pre-Brexit resta soggetto all’iscrizione, al più tardi entro giugno 2021, nel registro del cosiddetto “Eu Settlement Scheme”, istituito in forma virtuale presso l’Home Office a tutela di un trattamento equo comparato a quello dei cittadini britannici.