Jake Angeli è uno dei protagonisti e più fotografati nella rivolta avvenuta ieri a Washington. Il “ribelle” è di origini italiane
Vestito pittoresco, faccia dipinta con la bandiera degli Stati Uniti e cappello con le corna che ricorda vagamente il travestimento da Attila di Diego Abatantuono. Così si è presentato ieri nell’assalto al Congresso americano Jake Angeli, uno dei “ribelli” più pittoresco e fotografato nel giorno più buio della democrazia americana.
Jake, che come potete intuire dal cognome ha origini italiane, è soprannominato “lo sciamano” ed è stato uno dei primi a penetrare all’interno dell’aula del Congresso, immortalato mentre occupava il posto destinato al vice presidente Mike Pence, con tanto di piede sulla scrivania. L’italo-americano fa parte della setta QAnon, che porta avanti una teoria del complotto di estrema destra secondo la quale esisterebbe un’ipotetica trama segreta organizzata da un presunto ‘Deep State’.
Seguitissimo sui social, Angeli è stato protagonista anche di altre manifestazioni pro-Trump in Arizona, e sempre vestito da vichingo. Convinto negazionista, è sicuro che il mondo sia guidato da una rete di pedofili che odiano il suo idolo: il presidente Donald Trump.
Trump invita Jake Angeli e gli altri ad andare a casa. Poi viene bannato
E’ stato però lo stesso Trump a cercare di scoraggiare Angeli e gli altri manifestanti dopo che la notizia ha cominciato a girare. Il presidente uscente degli Stati Uniti in un messaggio rivolto ai suoi fan ha detto: “L’elezione ci è stata rubata, ma dovete andare a casa. Non vogliamo che nessuno resti ferito”.
Purtroppo invece i feriti ci sono stati, e anche tanti. Il bilancio delle vittime sale ed al momento è fermo a 4 morti, 13 feriti e 52 persone arrestate. Nel frattempo Trump è stato bannato da tutti i canali social, mentre si sta discutendo sull’ipotesi di appellarsi al 25° emendamento e rimuoverlo.
In questi giorni che vanno fino al 21 gennaio, giorno in cui Biden si insedierà alla Casa Bianca, il paese potrebbe essere governato dal vicepresidente Mike Pence. Ad ogni modo questo rimarrà un episodio davvero terribile per la democrazia statunitense.