Dramma alla Dakar 2021: il centauro francese Pierre Cherpin, 52 anni, gravissimo dopo una caduta nel corso della settima tappa
La Dakar 2021 conferma ancora una volta di essere corsa massacrante e pericolosa. Il 52enne centauro francese Pierre Cherpin è stato ricoverato in gravissime condizioni dopo una caduta. Mentre scriviamo è sottoposto ad un’operazione nell’ospedale di Sakaka dove era stato elitrasportato d’urgenza anche perché privo di conoscenza.
Ancora da chiarire quello che è successo. Per quello che ha fatto sapere l’organizzazione del Rally Raid più famoso al mondo l’incidente è avvenuto al km 178 della prova speciale numero 7, attorno alle 13 locali. Le condizioni del pilota sono subito apparse gravi e per questo è stato necessario trasferirlo in ospedale.
Cherpin è un imprenditore di Lille, nel Nord della Francia, alla Dakar soltanto per passione dopo aver partecipato altre tre volte, l’ultima delle quali nel 2015. Quest’anno aveva deciso di riprovare l’avventura nella corsa spostata in Arabia Saudita, con una Husqvarna e al va questa mattina si trovava in 77esima posizione nella classifica generale. “Non sono alla Dakar per vincere o per salire sul podio – raccontava prima della partenza – ma solo per vivere un’avventura e scoprire paesaggi che non avrei mai avuto l’opportunità di vedere”.
Dakar 2021: morto per complicanze Covid Hubert Auriol, vera leggenda della corsa
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L’incidente di Pierre Cherpin è accaduto proprio nel giorno dell’addio ad una vera leggenda della Dakar, quella vera che si correva in Africa. A 68 anni è morto Hubert Auriol che l’aveva vinta tre volte, correndo sia con le moto che con le auto, e ne è stato anche l’organizzatore per nove anni.
Era al via della prima edizione, nel 1979 e non ha mai tradito il suo amore. La prima vittoria nel 1981, la seconda due anni dopo ma nel 1987 decise di dire basta con le moto dopo una doppia frattura alla caviglia. Però il richiamo è stato troppo forte e così è tornato al volante di una quattro ruote, vincendo di nuovo nel 1992 al volante di una Mitsubishi.
Poi è entrato a far parte dell’ASO, l’organizzazione che cura tutta l’avventura della Dakar capeggiando la macchina dal 1995 al 2004 prima di rompere per un conflitto. Ma aveva deciso di organizzare altro, come l’Africa Eco Race. Oggi l’hanno stroncato problemi cardiaci collegati alla positività al Covid-19, come ha spiegato la sua famiglia alle agenzie.