I Carabinieri di Catanzaro hanno arrestato nella serata di ieri Domenico Cracolici. Era uno dei 100 latitanti più pericolosi del mondo
Operazione di successo dei carabinieri di Catanzaro, che nella serata di ieri sono riusciti ad arrestare Domenico Cracolici. Si tratta di un elemento di spicco della ‘ndrangheta, a capo di un clan (definito proprio clan Cracolici) molto attivo negli ultimi anni. Si nascondeva tra le campagne di Maida, in provincia di Catanzaro. Era sfuggito alla maxi-operazione “Rinascita-Scott” e a un’ordinanza di custodia cautelare dello scorso luglio.
La sua fuga è terminata ieri sera in tarda serata, quando i carabinieri lo hanno sorpreso mentre dormiva comodamente nel suo nascondiglio. Il 19 dicembre 2019 aveva iniziato la sua latitanza, sfuggendo ad un’operazione delle forze dell’ordine contro la cosca Mancuso e le altre famiglia di ‘ndrangheta della zona di Vibo Valentia. Il 21 luglio scorso, come già detto, è riuscito ad evitare l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti.
Il suo periodo da latitante termina dunque dopo 13 mesi, durante i quali si pensa abbia cambiato diversi nascondigli. Domenico Cracolici ha 39 anni e la sua cosca controlla il territorio di Maierato e Filogaso, nel vibonese. I carabinieri della compagnia di Serra San Bruno, del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia e dello Squadrone Eliportato Cacciatori, coordinati dalla Direzione Distrettuale di Catanzaro, lo hanno catturato ieri nella tarda serata.
La notizia è arrivata nel corso della notte: i carabinieri hanno arrestato Domenico Cracolici, pericoloso boss della ‘ndrangheta, inserito tra i 100 criminali più pericolosi d’Italia. Lo cercavano da 13 mesi, cioè da quando era diventato latitante. Si trovava in un nascondiglio di campagna nella zona di Maida ed è stato catturato durante il sonno. E’ un’operazione importante, che restituisce alla giustizia un pericoloso criminale.
Le indagini sono state guidate dal Pubblico Ministero Nicola Gratteri. Gli inquirenti sono riusciti a rintracciarlo e ad individuarlo nella zona di campagna nella quale si nascondeva. A quel punto hanno aspettato il momento giusto per arrestarlo. Domenico Cracolici, secondo gli inquirenti, è colui che aveva la responsabilità della gestione dei rapporti e degli equilibri con gli altri gruppi della ‘ndrangheta.
Sempre secondo i magistrati, insieme a suo cugino Francesco Cracolici, manteneva i contatti con le altre componenti della ‘ndrangheta e con gli appartenenti alla propria famiglia. I due cugini potrebbero aver preso il posto dei propri genitori, i boss Alfredo e Raffaele Cracolici, vittime nella faida contro i Bonavota. Tra il 2002 e il 2004 Domenico e Francesco Cracolici avrebbero organizzato una reazione armata contro questa cosca.
Una volta terminata la faida, pare che i rapporti siano migliorati con il tempo. Il collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena ha descritto Francesco Cracolici come “un soggetto che si occupa di attività illecite e di mantenere i rapporti con altri criminali”. Queste attività sarebbero state ereditate dal padre. Cracolici è considerato dagli inquirenti il referente del territorio di Maierato.
La famiglia Cracolici è storicamente legata a quella dei Mancuso, soprattutto ad un personaggio definito Peppe ‘Mbroglia’. Mantengono ormai da anni rapporti di facciata con la famiglia Bonavota, che in realtà odiano perché si è resa colpevole dell’omicidio dei due boss, genitori di Francesco e Domenico. Queste informazioni sono venute a galla sempre attraverso la testimonianza del pentito Arena.
Secondo quanto riportato dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia), sarebbe stato molto complicato arrivare ad arrestare Domenico Cracolici. Il boss, infatti, si sarebbe mosso bene nel corso del periodo di latitanza in un territorio che conosceva perfettamente. I suoi continui spostamenti avrebbero rallentato la cattura, costringendo le forze dell’ordine ad un’estenuante caccia all’uomo.
La svolta che ha fatto cambiare radicalmente l’esito delle ricerche è arrivata soltanto negli ultimi mesi. I carabinieri e il pool antimafia, una volta individuata l’area nella quale il boss si spostava, hanno cercato di restringere sempre di più il campo d’azione. Nelle ultime ore sono riusciti a risalire al nascondiglio e hanno deciso di agire immediatamente, per evitare altri spostamenti. Domenico Cracolici è stato arrestato mentre dormiva ed è già nel carcere di Vibo Valentia, in attesa di essere interrogato dal Pubblico Ministero.
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