Gli archeologi hanno fatto una scoperta storica: scoperte delle perle in Alaska, potrebbero essere arrivate in America prima di Colombo
Una scoperta da parte degli archeologi potrebbe costringere gli storici a riscrivere alcuni capitoli di diversi libri: a Punyik Point, in Alaska, negli Stati Uniti d’America sono state trovate delle perle veneziane in vetro di Murano. Pare che le perle siano arrivate in America addirittura prima di Cristoforo Colombo.
Gli scienziati sono convinti che le perle siano state portate in Alaska tra il 1440 e il 1480, mentre l’America è stata scoperta nel 1492. L’Università del Nord Alaska ha datato l’arrivo delle perle grazie ad una datazione al radiocarbonio. Per questo motivo Cristoforo Colombo potrebbe non essere il primo ad aver scoperto l’America.
I due archeologi che hanno fatto la scoperta si chiamano Mike Kunz e Robin Mills e lavorano per il Bureau of Land Management. Si presume che le perle veneziane possano essere arrivate in Alaska attraverso la Via della Seta e lo stretto di Bering nel corso di alcuni viaggi mai documentati dagli storici dell’epoca.
Punyik Point è un noto sito archeologico che si trovava sulle antiche rotte commerciali tra l’Oceano Artico e il Mar di Bering. Su un filo scoperto accanto alle perle è stata effettuata la datazione al radiocarbonio. Le perle sono arrivate in Alaska tra il 1440 e il 1480, alcuni decenni prima della scoperta dell’America, avvenuta nel 1492.
Questi oggetti sarebbero stati portati nel nord-ovest dell’Alaska dall’Europa passando per la Via della Seta. Si tratta di un percorso di circa 8.000 chilometri che parte dalla Cina e arriva in Europa passando attraverso Corea, Giappone, India e Grecia, affacciandosi in questo modo nel Mar Mediterraneo.
Una volta percorsa la Via della Seta, le perle sarebbero arrivate allo stretto di Bering passando per la Siberia. Dopo questo lunghissimo viaggio di migliaia di chilometri, finalmente le gemme sarebbero penetrate nell’area nord-ovest dell’Alaska. Ma non è la prima volta che gli archeologi si trovano davanti a scoperte del genere.
Alcuni scienziati americani, infatti, hanno trovato spesso delle perle in diversi siti perché erano oggetti che venivano scambiati, in cambio di merce, con i nativi americani. Il primo a scoprire che le perle venissero utilizzate come merce di scambio è stato l’olandese Peter Minuit, che affermò con certezza che questa usanza fosse ricorrente nell’isola di Manhattan già nel 1626.
La lavorazione del vetro in Europa ha visto le sue origini a Venezia intorno al 700 d.C. e le prime menzioni di gioielli di quel materiale risalgono al 1268. Le perle erano oggetti molto diffusi nei ceti medio-alti nella Repubblica marinara, per questo non è anomalo che vengano ritrovate in giro per il mondo. L’anomalia, in questo caso, è che potrebbero cambiare i testi di molti libri di storia.
Nelle prossime settimane verranno effettuati nuovi test per confermare i risultati degli studi degli archeologi dell’Alaska. Se venisse confermato che quelle perle veneziane risalgono al 1440, Cristoforo Colombo non sarebbe il vero artefice della scoperta dell’America.
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