Alex Schwazer assolto definitivamente dall’accusa di doping nel 2016. Il tribunale ribalta tutto e lancia pesanti accuse
Non ha commesso il fatto e quindi l’accusa deve essere archiviata. Dopo l’oro nella 50 km di marcia alle Olimpiadi di Pechino 2008, oggi Alex Schwazer ha scritto la pagina più bella della sua carriera anche se da cinque anni non gareggia più. Ma finalmente al termine di un procedimento lunghissimo ha avuto ragione lui: quella squalifica del 2016 per doping, la seconda in carriera, era basata su un’accusa falsa e moralmente può essere libero.
Il giudice del Tribunale di Bolzano ha accolto la richiesta del pm e al tempo stesso ha messo nero su bianco accuse pesanti al sistema che giudica l’eventuale doping degli atleti. In questo caso la Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, ma anche la Iaaf che è la Federazione Internazionale di Atletica Leggera che l’aveva inchiodato
Secondo il gip Walter Pelino, Schwazer non era affatto risultato positivo a quel controllo del 1° gennaio 2016 anche se poi per la sua recidiva dopo la squalifica del 2012 erano scattato otto anni di stop. Come si legge nella sentenza, Iaaf e Wada “hanno operato in maniera totalmente autoreferenziale, non tollerando controlli dall’esterno fino al punto di produrre dichiarazioni false”. In più sono emerse evidenze importanti sul fatto che “nel tentativo di impedire l’accertamento del predetto reato siano stati commessi una serie di reati che di seguito si elencano. Falso ideologico, frode processuale, falso ideologico finalizzato a coprire il precedente falso e diffamazione”.
Nel 2012, subito prima dei Giochi di Londra, Alex Schwazer era stato trovato positivo e aveva dovuto confessare in lacrime di avere sbagliato, accettando la squalifica arrivata nei mesi successivo. ma questa volta fin da subito aveva proclamato la sua innocenza e ora esulta. In realtà però a meno che la Iaaf non sospenda il provvedimento, non potrà comunque partecipare a Tokyo 2021. E comunque lui potrà rivolgersi ora alla Corte Federale Svizzera per impugnare la sentenza del Tas.
“Sono molto felice perché dopo quattro anni e mezzo di attesa .- ha detto Alex – finalmente è arrivato il giorno in cui è stata fatta giustizia. Probabilmente non potrò dimenticare tutte le cose, ma il giorno di oggi mi ripaga un po’ di tante battaglie che insieme ad altri che mi sono stati vicini ho dovuto affrontare in questi quattro anni e mezzo, che non sono stati per nulla facili”.
Dalla sua parte anche il neo presidente della Fidal Stefano Mei: “Le sentenze non si commentano mai. Dobbiamo tutti rispettare l’operato della Magistratura, come cittadini e a maggior ragione come rappresentanti delle Istituzioni, anche di quelle sportive. Aggiungo però che se le anticipazioni di stampa riferitemi fossero rispondenti, si aprirebbero scenari inaspettati”.
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