La tragica vicenda legata alla fine di Luigi Tenco a Sanremo presto vedrà una risoluzione veramente sorprendente secondo le parole di Lino Patruno.
Una delle pagine più brutte di Sanremo fa riferimento proprio alla serata del 27 Gennaio 1967 e quando, cioè, Luigi Tenco si tolse la vita in una camera d’albergo dopo aver cantato al Festival.
A quel tempo il cantante, che aveva appena 28 anni, si era presentato come concorrente portando il famosissimo brano “Ciao amore ciao“.
Dopo l’eliminazione, a seguito di una performance decisamente incongruente, il suo corpo è stato ritrovato privo di vita nella camera d’albergo del Savoy.
Per anni si è parlato di suicidio ma, oggi, Lino Patruno afferma il contrario. Ecco che cosa sappiamo.
Luigi Tenco a Sanremo: secondo Lino Patruno non è stato un suicidio
La vicenda legata al suicidio di Luigi Tenco è stata per molto tempo ammantata di mistero.
In pochi, infatti, conoscono la storia della terribile serata del 27 Gennaio 1967 quando Luigi Tenco, dopo aver cantato il brano con il quale si era presentato in gara, si sarebbe tolto la vita alla notizia della sua eliminazione dalla competizione.
Certo, la figura di Tenco è stata sempre ammantata di tristezza e di mistero ma, curiosamente, della sua morte hanno voluto parlare in pochi.
Adesso, secondo quanto riporta il Corriere, la verità starebbe per riemergere e sarebbe certamente terribile: Luigi Tenco non si sarebbe suicidato.
Ma partiamo dai fatti.
Nel 1967 Luigi Tenco si presentò come concorrente al Festival di Sanremo.
A detta dell’amico, Fabrizio De Andrè, la sua partecipazione non era assolutamente entusiasta e, anzi, fu convinto a presentarsi in qualità di concorrente contro la sua volontà.
Al tempo, Tenco si accompagnava a Dalida, cantante femminile famosissima, con la quale sembra ci fosse stata anche una storia d’amore od un flirt particolarmente forte.
Secondo Lino Patruno, però, la situazione era ben diversa:
“Secondo me Tenco si era ficcato in un brutto giro. Per motivi di marketing lo avevano “fidanzato” con Dalida, un brutto e ambiguo personaggio che andava in giro con un tale ancora più brutto e ambiguo di lei, Lucien Morisse, il suo primo marito da cui aveva divorziato ed era rimasto al suo fianco in qualità di agente e personal manager. Si diceva che questo Morisse fosse addirittura legato al Clan dei marsigliesi…”
Lino Patruno, un amico di Luigi Tenco, avrebbe continuato le sue dichiarazioni ancora più scottanti al giornale Chi:
“Ho saputo che un ricercatore, il quale ha dedicato parte della sua vita a studiare meticolosamente la vita e la morte di Tenco, pubblicando già diversi libri, ha scoperto chi è l’assassino e presto ne renderà pubblico il nome“.
A quanto sembra, infatti, la morte di Luigi Tenco non sarebbe stato un suicido, legato all’eliminazione del suo brano dalla competizione ma il tentativo, da parte di un fantomatico assassino, di chiudergli la bocca.
Ma per quale motivo?
Le ipotesi legate alla morte di Tenco
“Si diceva anche che Tenco, quella sera, era incavolato nero, non per l’eliminazione della sua canzone, ma perché aveva scoperto che il Festival era tutto truccato. Forse voleva pubblicamente denunciare anche un giro di scommesse clandestine. Probabilmente qualcuno gli ha chiuso la bocca prima che potesse fare danni“.
Con queste parole Lino Patruno, 85 anni, ha scoperchiato, nuovamente, una vicenda che per tanti anni ha sconvolto il pubblico italiano.
La morte di Luigi Tenco, infatti, sarebbe da imputare ad un agente esterno e non, come per anni si è pensato, ad un suicidio.
Effettivamente, secondo Wikipedia, è difficile conoscere davvero la verità rispetto agli avvenimenti della notte del 27 Gennaio 1967.
A quanto pare, infatti, Tenco sarebbe salito sul palco di Sanremo per cantare la sua versione di Ciao amore ciao, un suo ormai famosissimo brano del quale sarebbero state “stravolte“, però, forma e contenuto.
Tenco avrebbe cantato sotto l’effetto di un alcolico (una grappa alle pere) mischiato ad un farmaco, producendo un risultato catastrofico.
Il cantante avrebbe scelto consapevolmente un ritmo più lento e drammatico, in pieno contrasto con l’orchestra; per molti anni l’opinione pubblica ha incolpato Tenco mentre, a quanto sembra, la scelta di “rovinare” la performance sarebbe stata consapevole.
Tenco, infatti, era contrario alla “mercificazione” della sua canzone ed aveva deciso di protestare dal palco.
L’eliminazione, arrivata poco dopo, avrebbe colto il cantante che dormiva, ubriaco, su di un tavolo da biliardo.
Da quel momento in poi, la ricostruzione dei fatti diventa difficile.
Sempre secondo Wikipedia, infatti, Tenco si sarebbe recato nella sua camera d’albergo dalla quale avrebbe effettuato due telefonate.
La seconda chiamata (quella più importante) Tenco l’ha fatta alla sua vera fidanzata dell’epoca, Valeria.
I due avrebbero parlato dei progetti per il futuro (un viaggio in Kenya) e di cosa fosse successo quella sera; secondo Valeria, quindi, Tenco avrebbe parlato della sua intenzione, la mattina dopo, di rivelare in una conferenza stampa i retroscena del Festival.
Al telefono, Tenco avrebbe sostenuto di star scrivendo degli appunti per fare nomi e cognomi per denunciare la falsità della kermesse e delle scommesse clandestine che pesavano sulla competizione.
Un’ora dopo questa telefonata Lucio Dalla rinvenne il suo corpo, senza vita, nella sua stanza d’albergo.
Accanto a lui, un biglietto:
“Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi“.
https://www.youtube.com/watch?v=fE3B7nAGQns