Silvio Berlusconi è tornato in ospedale da lunedì scorso. A darne la notizia il suo legale durante l’udienza del processo Ruby ter
Ancora problemi di salute per Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia, che già in passato aveva dovuto affrontare un ricovero ospedaliero per degli accertamenti cardiaci, è di nuovo in ospedale.
Secondo quanto riportato da varie agenzie di stampa Berlusconi si trova all’Ospedale San Raffaele di Milano: il politico ed imprenditore italiano è entrato nella struttura qualche giorno fa, più precisamente lunedì. Le sue condizioni al momento sembrano comunque rassicuranti.
Si tratterebbe di un ricovero dovuto a dei controlli di routine, come confermato anche dal legale di Berlusconi, l’avvocato Federico Cecconi: “Per problematiche di salute su cui non mi dilungherei Silvio Berlusconi è da lunedì mattina ospedalizzato”, ha detto durante l’udienza del processo Ruby ter che si sta svolgendo in Fiera a Milano.
Silvio Berlusconi ricoverato, ma il processo va avanti
Ad ogni modo, nonostante le condizioni di salute dell’ex premier, il processo continuerà ad andare avanti così come avvenuto nelle scorse settimane. I legali della difesa, infatti, hanno deciso “di non avanzare istanza di legittimo impedimento” per chiedere il rinvio.
Oggi dovrebbero essere ascoltati alcuni testi di polizia giudiziaria e in aula, intanto, si sta discutendo su una perizia tecnica. Berlusconi, insieme ad altre 28 persone, è imputato per corruzioni in atti giudiziari e falsa testimonianza.
Nel frattempo arriva un altro duro attacco a mezzo stampa nei confronti del leader di Forza Italia. Carlo De Benedetti, imprenditore che già aveva avuto modo di battersi con il politico italiano in merito al caso Mondadori, ha lanciato sul suo giornale “Domani” un servizio di quattro pagine in cui rivela che Berlusconi e Marcello Dell’Utri sarebbero finiti di nuovo nel mirino della procura di Firenze.
“L’ombra delle stragi torna su Berlusconi”, questo il titolone sparato in prima pagina che anticipa il racconto giornalistico secondo cui i due sarebbero i mandanti di alcuni attentati a stampo mafioso avvenuti nel 1993. In quell’anno esplosero varie bombe, probabilmente messe lì da “cosa nostra”, in alcuni luoghi d’arte di Milano, Roma e Firenze. Il tutto per favorire l’ascesa al potere di Berlusconi, che poco dopo divenne presidente del Consiglio.