Incendio nel reparto Covid, a Baghdad è una strage: 58 morti. Forte polemica politica: “Il ministro della Salute si dimetta”
È gravissimo il bilancio dell’enorme incendio che è scoppiato la scorsa notte a Baghad, in Iraq, nel reparto Covid dell’ospedale centrale della città, l’Ibn al-Khatib. Sono 58 i morti già accertati, e circa 50 i feriti: lo riportano le autorità nel primo rapporto ufficiale sul grave incidente.
Le persone messe in salvo sarebbero 90. Tra i pazienti morti nel rogo, 28 di questi erano in terapia intensiva, attaccati ai respiratori. Inizialmente, il primo bilancio era di 23 morti, ma nel giro di poche ore si è pesantemente aggravato con la scoperta di un’altra ala del reparto avvolta dalle fiamme. Nessuno dei malati presenti in essa ha avuto scampo. L’incidente sta facendo molto discutere: è fortissima l’indignazione, soprattutto a livello interno.
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Iraq, incendio nel reparto anti Covid: le cause della strage
Sono state chieste le dimissioni immediate del Ministro della Salute, e anche dall’estero si vuol capire cosa sia accaduto. Un incendio di così grandi proporzioni in un ospedale pubblico è un fatto sicuramente grave e che merita un approfondimento. L’incendio si è sviluppato a seguito di una forte esplosione, causata da una “violazione di sicurezza” nel deposito delle bombole di ossigeno.
Lo riferisce l’AFP. Sui social ci sono alcuni video in cui si vedono i vigili del fuoco intenti a spegnere le fiamme. Proprio durante queste operazioni sarebbero proseguite le procedure di evacuazione del nosocomio. Sempre secondo fonti della protezione civile irachena, l’ospedale non aveva alcun impianto anti incendio. Le fiamme si sarebbero sviluppate grazie alle controsoffittature in materiale facilmente infiammabile. In Iraq, a oggi, i contagi di Covid sono stati circa 1 milione, con oltre 15mila morti.