La perizia medica disposta dai giudici che stanno indagando sulla morte di Diego Armando Maradona ha portato gli esperti ad una conclusione: era evitabile
La morte di Diego Armando Maradona era evitabile. È il risultato della perizia medica disposta dai giudici che stanno indagando sul suo decesso. L’ex pibe de oro è scomparso il 25 novembre 2020 e le cause che hanno portato alla sua morte sono ancora misteriose. In questi mesi sono state tante le ipotesi e molte persone sono state tirate in ballo dai media argentini.
La scomparsa del più grande calciatore di tutti i tempi ha sconvolto tutti, soprattutto a Buenos Aires e a Napoli, dove Diego era amatissimo. Una sorta di divinità. In queste due città sono state tante le manifestazioni in suo onore. Negli ultimi cinque mesi Napoli e provincia sono state tappezzate di murales in suo onore. Alcuni di questi hanno fatto il giro del web a causa della somiglianza con il suo volto reale.
I magistrati che stanno portando avanti le indagini si sono concentrati soprattutto su due persone, che scopriremo più tardi. Per il momento, la perizia medica pare inchiodare queste persone. Si tratta, purtroppo, di personaggi che frequentavano Diego Armando Maradona per questioni professionali. E non solo! Ma vediamo nel dettaglio cosa è venuto fuori dalla perizia medica e quali sono le due persone, per il momento, nel mirino della magistratura argentina.
Secondo la relazione finale dei medici che hanno eseguito la perizia medica sul corpo di Diego Armando Maradona, la morte dell’ex fuoriclasse argentino poteva essere evitata. I magistrati hanno ordinato questa perizia per scoprire se le cause della sua morte fossero totalmente naturali o se ci fossero stati errori umani. In buona o in cattiva fede. E la perizia ha evidenziato alcuni dettagli importanti.
Diego poteva salvarsi. È scritto a pagina 12 della relazione. I periti non hanno dubbi. Nel mirino dei magistrati argentini sono finiti il neurochirurgo Leopoldo Luque e la psichiatra Agustina Cosachov. Si tratta dei due medici che si stavano occupando di somministrare le cure all’ex campione del mondo nel 1986. Per loro si ipotizza un’accusa di omicidio colposo.
Questa accusa in Argentina può prevedere una condanna che parte dagli otto anni e può arrivare fino a venticinque anni di reclusione. Una delle persone che accudiva Diego Armando Maradona aveva riferito a Luque che “i suoi occhi sono gonfi come un seno”. Queste parole sono state riferite al medico il 22 novembre 2020, tre giorni prima del decesso dell’ex fuoriclasse sudamericano.
Il gonfiore avrebbe dovuto insospettire il medico e invece non è stato così. Quel particolare indicava una condizione di ritenzione idrica dovuta all’insufficienza cardiaca, probabilmente sottovalutata dai due medici. Sarebbe questa la causa della morte del pibe de oro. I procuratori Laura Capra, Cosme Irribarren e Patricio Ferrari, coordinati dal procuratore generale John Broyard, si sono riuniti ben nove volte in questi ultimi mesi.
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Nella relazione è evidenziata chiaramente una negligenza da parte dei due medici, Leopoldo Luque e la psichiatra Agustina Cosachov. “Dopo l’intervento alla testa per l’asportazione di un ematoma subdurale”, si legge nella relazione, “è stato portato in un luogo inappropriato, quando avrebbe dovuto essere ricoverato e posto sotto stretto controllo. Nella casa di Tigre non c’era nemmeno un defibrillatore per un’emergenza cardiaca”.
E ancora: “A Maradona è stato somministrato un farmaco che non è indicato per i pazienti che soffrono di disturbi cardiaci. Si tratta di un antidepressivo che non deve essere dato a chi presenta fenomeni di aritmia”. Secondo la relazione, “non sono state prese misure elementari”. Queste parole sono durissime nei confronti dei due medici, che avrebbero commesso errori gravi ed è questo il motivo dell’accusa di omicidio colposo.
Infine, la relazione punta il dito sulle omissioni dei due medici. Tra gli errori che vengono evidenziati c’è quello di non aver fatto nulla per aiutare Maradona a superare i problemi di ritenzione di liquidi. Diego avrebbe trascorso gli ultimi giorni della sua vita senza nemmeno alzarsi dal letto. Questo comportamento avrebbe dovuto insospettire i due medici, che invece hanno sottovalutato i segnali che il fisico dell’ex capitano del Napoli stava mandando.
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Al momento non è ancora chiaro se il numero degli accusati resterà quello attuale o se saranno coinvolte altre persone. I media argentini hanno parlato negli ultimi giorni del coinvolgimento dello psicologo Carlos Díaz. Pare che quest’ultimo abbia avuto poteri decisionali sulle disposizioni mediche da applicare a Maradona. Per questo motivo potrebbe rientrare nell’elenco degli accusati.
Insieme a Díaz potrebbero essere accusati anche gli infermieri che si sono presi cura di Diego Maradona dopo le dimissioni dall’ospedale. Per loro, però, qualora dovessero essere accusati, si tratterebbe di reati di livello inferiore a quello di omicidio. Un’ultima persona sarebbe finita nel mirino dei pubblici ministeri argentini. Si tratta dell’avvocato Matías Morla. Pare che l’avvocato avesse un certo controllo della situazione e abbia scelto i medici da affiancare a Maradona.
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