Fedez accusa la Rai di censura sui diritti civili. Dopo la smentita di Viale Mazzini, il rapper mostra a tutti la chiamata compromettente
Il caso tra Fedez e la Rai sta diventando oggetto di scontro politico. Dopo il concerto del 1 maggio il cantante ha rivolto pesanti accuse contro l’azienda del servizio pubblico, accusandola di censura. Il rapper ha spiegato che da Viale Mazzini avrebbero provato a evitare il discorso sui diritti civili che il cantante voleva fare durante la sua esibizione sul palco.
Fedez ha anche spiegato che gli hanno chiesto di non fare i nomi dei politici che lui voleva citare. La Rai, però, ha smentito questo intervento, facendo sapere di non aver fatto nessun tentativo di censura nei confronti del marito di Chiara Ferragni. Fedez ha, invece, replicato spiegando il suo impegno a sostegno del disegno legge Zan, attaccando la Lega e portando le prove della telefonata ricevuta dai vertici della Rai.
La Rai smentisce la censura.
Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad “adeguarmi ad un SISTEMA” dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi pic.twitter.com/gu14BxM3G6— Fedez (@Fedez) May 1, 2021
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Fedez e la “censura” della Rai scatena una polemica politica
In pratica, l’artista ce l’aveva con Salvini, la Lega e il Senato. Ciò che il rapper voleva dire è che il Senato non ha avuto tempo per il disegno di legge Zan perché impegnato a discutere del vitalizio di Formigoni e le lingue che i poliziotti di Bolzano devono parlare. Con diverse “stories” su Instagram e un video su Twitter, il cantante ha pubblicato la telefonata con la Rai.
Nel filmato di sente il direttore di Rai 3, Ilaria Capitani, che parlava con l’artista mentre un collaboratore cercava di convincerlo a non fare il discorso, o quantomeno non pronunciare certe frasi. A questo punto si è scatenata una vera e propria bufera politica. In ogni caso Fedez, sul palco, ha comunque chiesto al presidente del Consiglio Mario Draghi di avere, per i lavoratori dello spettacolo, la stessa attenzione rivolta alla Superlega di calcio. Poi l’attacco ai rappresentanti della Lega che si sono opposti dal disegno legge Zan.