Dopo il crollo della funivia di Stresa, sale il numero delle vittime. Adesso sono 14: il bambino arrivato in ospedale in codice rosso non ce l’ha fatta
Ci sono notizie che non vorremmo mai dare ma purtroppo non sempre si può scegliere. Il numero delle vittime del crollo della funivia di Stresa sale a 14. È deceduto anche il bambino arrivato in codice rosso all’ospedale Regina Margherita di Torino. Era uno dei due bambini che, almeno in un primo momento, si era salvato. Purtroppo anche lui non è riuscito a sopravvivere.
L’impatto è stato troppo forte. Il bimbo aveva solo 9 anni ed era arrivato in ospedale già in condizioni piuttosto critiche. Era stato immediatamente intubato perché aveva riportato un brutto trauma cranico e toracico, oltre ad alcune fratture agli arti. Per il momento sono state identificate 12 delle 14 vittime del disastro. All’appello della Procura di Verbania mancano ancora due persone.
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Ieri, domenica 23 maggio 2021, poco prima delle 13, è crollata una cabina della funivia Stresa-Mottarone, che viaggiava con 14 persone a bordo. La tragedia è avvenuta poco prima dell’arrivo all’ultimo pilone del percorso della funivia. Quello è uno dei punti più alti del percorso. Le cause dell’incidente sono ancora sconosciute ma la Procura di Verbania ha già avviato le indagini.
La funivia era rimasta ferma per molto tempo a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. Era tornata in funzione il 24 aprile scorso. A distanza di quasi un mese è avvenuta la tragedia. Secondo le prime ricostruzioni, pare che il crollo sia stato causato dal cedimento di una fune. Ma questa è, al momento, soltanto una tesi. Gli inquirenti non hanno rilasciato alcuna dichiarazione in merito.
La Procura di Verbania ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, ha dichiarato di voler immediatamente istituire una commissione d’inchiesta. Il compito della commissione sarà quello di “individuare eventuali cause tecniche e lacune da parte dell’organizzazione” che potrebbero aver causato il disastro.
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Una delle vittime del crollo della funivia di Stresa si chiama Roberta Pistolato. Era una dottoressa, poco prima di morire ha inviato un sms alla sorella: “Stiamo salendo in funivia”. È morta proprio nel giorno del suo quarantesimo compleanno, insieme all’uomo che amava, il marito Angelo Vito Gasparro. La coppia era di origini piacentine.
Roberta Pistolato era un medico ed aveva origini pugliesi. La quarantenne barese effettuava la cosiddetta “continuità assistenziale”. Con l’arrivo della pandemia aveva dato la propria disponibilità per assistere in prima linea i malati di Covid-19. Chi l’ha conosciuta parla di una persona entusiasta del proprio lavoro, che considerava una vera e propria missione, da portare avanti con applicazione ed entusiasmo.
Recentemente era stata impegnata negli hub per le vaccinazioni ed era anche andata a vaccinare a domicilio alcune persone non in grado di recarsi da sole presso il centro di vaccinazione. Lo scorso anno aveva perso una delle sue due sorelle proprio a causa del Covid. L’Ordine dei Medici di Piacenza la ricorda come “una professionista apprezzata per le sue qualità e per la gentilezza e disponibilità nei confronti di colleghi e pazienti”.
La dottoressa Pistolato aveva prestato giuramento a Piacenza il 13 settembre scorso, all’interno del Palazzo Gotico. I colleghi della Continuità Assistenziale l’hanno ricordata in questo modo: “Una nostra collega dolce e gentile, preparata e disponibile, che aveva ancora tutta la vita davanti. A volte fatichiamo a comprendere come si possa dedicare la vita agli altri e poi morire per un tragico scherzo del destino”.
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