Le strade di Antonio Conte e l’Inter sono destinate a separarsi. Il tecnico salentino non è disposto ad accettare un ridimensionamento del progetto
C’è aria di divorzio tra Antonio Conte e l’Inter. Dopo aver festeggiato il diciannovesimo scudetto, rompendo un dominio bianconero che durava da quasi un decennio, pare che il ciclo del tecnico salentino nel club milanese sia già terminato. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport non ci sarebbero più i presupposti per continuare l’avventura, nonostante un contratto in scadenza nel giugno 2022.
Sta terminando come nessun tifoso interista auspicava, dunque, l’esperienza di Antonio Conte all’Inter. Proprio adesso che, grazie alla conquista del tricolore e a un campionato dominato, la piazza stava iniziando ad idolatrarlo. L’addio ufficiale dovrebbe arrivare entro la fine di questa settimana ma non dovrebbero più esserci i margini per un dietrofront.
È probabile che il summit di mercato, programmato per sabato 29 maggio, sia stato annullato. A questo punto l’incontro con Zhang servirà semplicemente per salutarsi. Ma vediamo nel dettaglio quali sono stati i motivi che hanno spinto Antonio Conte a prendere questa clamorosa scelta e chi è il favorito per allenare il club campione d’Italia.
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C’è aria di separazione tra Antonio Conte e l’Inter. La notizia, data in esclusiva dalla Gazzetta dello Sport, è un fulmine a ciel sereno per tutti, tifosi nerazzurri e addetti ai lavori. Dopo la vittoria dello Scudetto tutto ci si poteva aspettare tranne che un divorzio tra l’allenatore che ha riportato l’Inter sul tetto d’Italia dopo undici anni. La notizia ha immediatamente scoraggiato la tifoseria.
La dirigenza nerazzurra e l’ex commissario tecnico della Nazionale Italiana hanno avuto un colloquio nel corso del quale è stato spiegato qual è il programma per il futuro. Un mercato in attivo, che quindi avrebbe aperto ad almeno una cessione di un big, e un inevitabile ridimensionamento economico, causato dai debiti, sono i due motivi che hanno allontanato Antonio Conte dal club lombardo.
Conte aveva accettato l’Inter perché gli era stato prospettato due anni fa un progetto di crescita, sia in Italia che in Europa. Adesso questo progetto è davanti ad un semaforo rosso e quindi il tecnico salentino ha deciso di fermarsi definitivamente. Lasciando da vincitore ed evitando un ridimensionamento anche nei risultati nel corso del suo terzo (e ultimo) anno di contratto.
Il club ha prospettato tagli, plusvalenze, risparmi e contenimento del tetto ingaggi che, evidentemente, non piacciono ad Antonio Conte. Se non dovessero esserci ripensamenti dell’ultimo momento, entro la fine di questa settimana sarà ufficializzato l’addio tra le due parti. L’Inter dovrà fare plusvalenze per almeno 100 milioni e l’obiettivo è quello di abbassare il monte ingaggi almeno del 15%.
Per questo motivo rientrerà dal prestito qualche giovane e difficilmente ci saranno acquisti importanti. Nel corso dell’incontro previsto sabato tra Conte e Zhang, dunque, non ci sarà alcun summit di mercato. I due dovrebbero soltanto salutarsi e ringraziarsi a vicenda. Antonio Conte rinuncerà, quindi, all’ultimo anno di contratto e ad una cifra vicina ai dodici milioni netti. Non si sa ancora a quanto ammonterà la buonuscita che l’Inter riconoscerà al suo allenatore.
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C’è aria di cambiamento nell’Inter. Marotta e Ausilio continueranno la loro esperienza in nerazzurro, convinti soprattutto dal prestito di 275 milioni di euro arrivato dal fondo statunitense Oaktree Capital Management. Antonio Conte, al contrario, ha deciso di lasciare il club milanese e la notizia sarà ufficializzata tra qualche giorno, quando ci sarà l’incontro con Zhang.
Parte quindi il toto allenatore per la panchina del club campione d’Italia. Al primo posto c’è Massimiliano Allegri, fermo da due anni dopo aver vinto tutto in Italia con la sua Juventus. L’ex tecnico bianconero starebbe anche aspettando una proposta del Real Madrid, che però tarda ad arrivare. Nelle ultime settimane si era parlato di un interessamento del Napoli, ma per il tecnico livornese è un’opzione secondaria.
Un altro nome è quello di Maurizio Sarri, anche lui ex juventino e ancora sotto contratto per un mese con il club piemontese. L’idea di provare a ripetere all’Inter la qualità di gioco vista dal Napoli di Sarri potrebbe stuzzicare l’interesse dei dirigenti nerazzurri e dello stesso tecnico toscano. Anche se i calciatori presenti in rosa difficilmente si sposerebbero con le sue idee di calcio e servirebbe forse una rivoluzione tecnica.
Alle spalle di questi due allenatori ci sono Sinisa Mihajlovic e Simone Inzaghi. Il serbo ha fatto bene al Bologna e vorrebbe approfittare del valzer di panchine per ritornare, dopo aver allenato il Milan, sulla panchina di una big. Simone Inzaghi sta discutendo il rinnovo di contratto con la Lazio, che non è ancora arrivato. A Roma si parla di un clamoroso addio dopo 22 anni in biancoceleste.
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Se da un lato c’è la forte possibilità di perdere l’allenatore, dall’altro c’è la necessità di vendere almeno un big per questioni di bilancio. Hakimi ha estimatori in Francia, il Paris Saint-Germain farebbe carte falso pur di averlo in rosa e lì non hanno sicuramente problemi economici. Su Lautaro c’è sempre un forte interessamento del Barcellona, che però sta per chiudere con Aguero.
Diversi club di Premier riporterebbero molto volentieri Lukaku in Inghilterra e hanno sicuramente i mezzi economici per concludere l’operazione. Probabilmente, però, il sacrificio dovrebbe arrivare in difesa, con la partenza di uno tra Skriniar e De Vrij. I due hanno estimatori in Spagna ed in Inghilterra e nei prossimi giorni se ne saprà di più. È probabile che alcune trattative possano partire direttamente dopo l’Europeo.
Torneranno dai prestiti alcuni giovani che l’Inter ha mandato a giocare, come Agoumé, Salcedo e Dimarco, destinati a restare in rosa. Anche perché il loro ingaggio è sicuramente più basso rispetto a quello di Kolarov, che guadagna tre milioni netti a stagione e non ha avuto un rendimento costante quest’anno. Vendere prima di comprare, quindi. E questo è il motivo che ha portato Antonio Conte a fare un passo indietro.
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