Tarcisio Burgnich si è spento a 82 anni nella notte a causa di un brutto malore. Era stato uno dei pilastri della Nazionale
Il calcio italiano è in lutto. Se ne è andato stanotte, a causa di un brutto malore, Tarcisio Burgnich. Ex difensore di Inter e Nazionale italiana, Burgnich era stato soprannominato “la roccia” da Armando Picchi ed è stato protagonista di grandissime imprese sui campi di calcio.
L’ex calciatore ed allenatore si è spento ad 82 anni nella sua residenza in Versilia: era nato a Ruda, in provincia di Udine, il 25 aprile 1939. Dopo aver vinto il primo scudetto con la maglia della Juventus nel 1961, Burgnich passa all’Inter dove vivrà i i migliori anni della sua carriera.
LEGGI ANCHE: NAZIONALE, AZZURRI IN SARDEGNA PER IL RITIRO: LA TELEFONATA CAMBIA I PIANI DI MANCINI
Tarcisio Burgnich, dai successi con l’Inter di Herrera ai trionfi in Nazionale
Sotto la guida del presidente Angelo Moratti e con Helenio Herrera in panchina, il difensore riuscirà a conquistare ben 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.
Considerato uno dei migliori difensori centrali della nostra storia, aveva grandissime doti di marcatura tanto da esaltarsi soprattutto nel ruolo di stopper. Schierato a volte anche come terzino, è stato uno dei pilastri della Nazionale italiana con la quale è riuscito nell’impresa di vincere l’unico europeo della nostra storia nel 1968 a Roma.
LEGGI ANCHE: PARTITA DEL CUORE, L’INSULTO IN DIRETTA DI MIHAJLOVIC: IL PUBBLICO NON PERDONA
Burgnich era anche uno degli undici della formazione più ricordata di sempre. Tutti gli appassionati di calcio, infatti, sanno recitare a memoria la squadra dell’Inter di Herrera simbolo di uno sport che ormai non c’è più: “Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Domenghini, Suarez, Corso”.
Con la maglia azzurra, inoltre, Burgnich fu protagonista dei mondiali del 1970 persi contro il Brasile. Pelè è stato senza dubbio l’avversario più duro da affrontare, tanto che più volte lui stesso dichiarò: “È fatto di carne ed ossa come tutti gli altri, mi dicevo prima di quella partita. Sbagliavo”.
Burgnich, inoltre, verrà ricordato sempre per la rete del provvisorio 2 a 2 nella semifinale contro la Germania vinta 4-3 e considerata da sempre la partita più bella della storia del calcio.