Denise Pipitone, giornalista di “Ore 14” picchiato con un casco e minacciato da un residente. Cosa è successo a Mazara del Vallo
Ancora un caso di violenza a Mazara del Vallo, la cittadina in provincia di Trapani dalla quale Denise Pipitone è scomparsa il 1 settembre del 2004. Stavolta ad essere aggredito un giornalista di “Ore 14”, su Rai 1, e il suo operatore. Il cronista, Samuel Montegrande, ha pubblicato un video su Twitter nel quale è documentata la dura contestazione ricevuta da un uomo spuntato fuori da un cortile. Con un pesante casco nella mano, questa persona ha prima intimidito i cronisti, e dopo essersi avvicinato velocemente ha colpito più volte Montegrande con il casco.
Subito dopo, nonostante le richieste di fermarsi da parte del giornalista, ha inveito e minacciato le due persone. “Ti ammazzo” tra le varie minacce pronunciate mentre intimava alla troupe di andare via. Montegrande e il suo collega stavano semplicemente transitando in zona e non si erano avvicinati all’uomo, che ha invece deciso deliberatamente di assaltare le due persone definendosi “Il figlio della signora Provenzano”.
Cercare la verità su #DenisePipitone a Mazara può essere pericoloso. Aggredito l’inviato di #ore14.
Cercare in strada le notizie e ottenere botte e minacce.Questo signore sarà denunciato anche se dice che non ha nulla da perdere!
Da #miloinfante.#veritaperdenise #chilhavisto pic.twitter.com/vu3YZmsReq— Samuel Montegrande (@MontegrandeS) June 15, 2021
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Denise Pipitone, giornalisti Rai aggrediti a Mazara del Vallo
A questo punto l’uomo potrebbe essere un parente di Gabriel, una delle figure chiave nell’indagine sulla bambina scomparsa. Non è la prima volta che giornalisti vengono aggrediti a Mazara del Vallo, in particolar modo da quando le luci dei riflettori si sono riaccese su questo caso e anche le indagini sono ripartite. Cronisti de “La vita in Diretta”, “Pomeriggio Cinque” e “Chi l’ha Visto” hanno ricevuto numerose intimidazioni e talvolta anche aggressioni fisiche. Comprensibile che la popolazione locale senta la pressione mediatica, ma non si capisce il motivo di aggredire e minacciare con violenza dei giornalisti che fanno il loro lavoro.
Piuttosto, queste persone sembrano preoccuparsi più di “cacciare via” gli intrusi che di aiutare a ritrovare la bambina. E’ evidente che dietro la scomparsa della piccola Denise ci sia uno spesso muro di omertà che, con ogni probabilità, non ha consentito di arrivare a una svolta in questi lunghi 17 anni. “Cercare la verità su Denise Pipitone a Mazara può essere pericoloso. Aggredito l’inviato di ore 14. Cercare in strada le notizie e ottenere botte e minacce. Questo signore sarà denunciato anche se dice che non ha nulla da perdere!”, ha scritto Montegrande su Twitter commentando il video.