Le nuove normative che riguardano Equitalia potrebbero creare grossi problemi agli italiani. Non devi assolutamente commettere questo errore
In un momento così delicato, parlare di Equitalia potrebbe causare reazioni particolarmente violente ad alcuni lettori. Purtroppo è necessario farlo perché le nuove norme che regolano l’operato dell’Agenzia delle Entrate sono molto confuse. Come tutti sanno, Equitalia è stata chiusa nel 2017 e tutte le sue cartelle sono state inglobate dall’agenzia nazionale di riscossione dei debiti.
Purtroppo c’è chi deve fare ancora i conti con cartelle esattoriali datate e le normative introdotte recentemente non stanno aiutando i cittadini a capire quale strada intraprendere. Molte associazioni di consumatori sono sul piede di guerra e anche i commercialisti stanno protestando molto nelle ultime settimane. I debiti di milioni di italiani sono a rischio, cosa succederà in futuro? Proviamo a scoprirlo insieme.
Equitalia, ecco cosa succederà ai debitori italiani
Se hai debiti da saldare, fai molta attenzione e segui attentamente le istruzioni del tuo consulente finanziario. Gli ultimi anni, soprattutto da quando è arrivata la pandemia mondiale, ci hanno insegnato che non bisogna scherzare con le cartelle esattoriali. L’incidente diplomatico è sempre dietro l’angolo e non c’è nessuno che possa aiutarti se superi un determinato limite, nemmeno trovare un altro lavoro in mezza giornata.
Lo Stato ha provato ad aiutare i contribuenti con una serie di normative, non sempre efficaci purtroppo. Bisogna fare molta attenzione con le proroghe e le sospensioni stabilite negli ultimi anni, non sempre riguardano tutti i tuoi debiti. Spesso può capitare che una proroga sia prevista soltanto per una parte dei tuoi debiti con l’Agenzia delle Entrate. Se non te ne accorgi in tempo puoi finire veramente nei guai!
Ad esempio, sapevi che per le liquidazioni periodiche dell’Iva c’è una decorrenza di tre anni per la notifica della cartella esattoriale? Il dettaglio che non tutti conoscono è che questa decorrenza parte dal trimestre di riferimento e non dalla dichiarazione effettuata dal cittadino. Questo è un problema che molte persone denunciavano ai tempi di Equitalia e non sembra sia stato risolto adesso, quando tutte le riscossioni sono passate sotto il controllo dell’Agenzia delle Entrate.