Paura, sgomento e insofferenza, questi sono solo i sintomi psicologici della Febbre del Nilo. Perché quelli fisici stanno diventando un grosso problema.
Niente è come prima, specialmente in un periodo come quello estivo nel quale sono le vacanze le vere protagoniste. Sembra proprio che da quando è arrivato il coronavirus più niente sembra destinato a durare in eterno in una condizione di tranquillità. Nuove epidemie minacciano l’umanità, ed è bene tenersi aggiornati su mali come la Febbre del Nilo, non è uno scherzo, ma una apocalittica verità. Ecco cosa sapere.
Innanzitutto, non si parla di una condizione da prendere alla leggera, perché l’infezione causa un forte malessere che difficilmente permette alle vittime di riprendersi in poco tempo. Alcuni guariscono prima, altri non lo fanno affatto.
La ragione è data dal sistema immunitario di ognuno, ma non solo, perché qualcosa di questa nuova evoluzione della epidemia sembra essere cambiato del tutto.
Ecco cosa è necessario sapere in merito ai nuovi sintomi emersi, al numero dei contagiati, e di chi non sopravvive.
Febbre del Nilo: gli ultimi pericolosi aggiornamenti
Non è la prima volta che condividiamo notizie sul male in questione. Infatti, è bene approfondire come è nata la malattia e quali sono stati i focolai iniziali, solo da queste informazioni è possibile capire appieno cosa sta accadendo. Nessuno si può salvare dall’infezione se non si prendono i giusti accorgimenti e non si tengono d’occhio i sintomi, anche quelli meno evidenti e sconosciuti.
Stiamo parlando di un vero boom di casi solo nell’ultima settimana, in un contesto mondiale nel quale il coronavirus non è ancora stato sconfitto. Come se non bastasse arrivano anche altri mali, i quali si evolvono e diventano più pericolosi.
Si sale a 7 morti e a 94 infezioni solo nel Nord Italia. E’ l’Istituto Superiore di Sanità a tenere tutto sotto controllo, e gli ultimi dati sono decisamente preoccupanti. Emilia Romagna, Veneto e Piemonte sono le principali zone attaccate.
Circa 55 sono i casi che hanno riscontrato la malattia nella forma neuro-invasiva in Emilia, seguiti da 33 in Veneto, 4 Piemonte e 2 Lombardia; 19 in quelli che hanno contratto la febbre, altri 19 nei donatori di sangue sempre nelle stesse Regioni, fino ad arrivare al numero di ben 94 casi accertati, oltre quelli qui esplicati.
Esiste un vaccino? Ancora no, ed è questa una delle notizie che più preoccupano. Riuscire a non esser punti dalle zanzare infette non è affatto facile, e la mancanza di una cura definitiva preoccupa ulteriormente.
Quando compaiono febbre, mal di testa, dolori muscolari, uniti a condizioni poco diffuse come l’annebbiamento della vista e linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei, è bene farsi controllare al più presto. Tra le peggiori conseguenze potrebbe esserci un’encefalite letale.
Dopo l’allarme del vaiolo della scimmie ufficializzato dall’OMS, anche questo ulteriore aggravamento della salute mondiale preoccupa non poco il futuro dell’umanità.