Tensioni socio-politiche condizionano le scelte economiche, ma è la scoperta del giacimento di gas nel Mediterraneo che può dare una svolta al caos in atto.
La guerra in Ucraina ha considerevolmente modificato l’ordine e l’equilibrio europeo. Se già erano diversi i conflitti in corso nel mondo, quest’ultimo ha decisamente rivoluzionato le relazioni economiche nel nostro Paese. L’Italia da sempre dipendente dalla Russia per quanto concerne l’utilizzazione del gas, ad oggi può trovare un nuovo metodo di soddisfacimento delle esigenze energetiche. Ecco cosa cambierà nel settore economico.
Si tratta di un pozzo largo circa 70 miliardi di metri cubi ed è molto vicino all’Italia. E’ una possibilità da non perdere, un treno che va volto al volo, ma con la consapevolezza che sono diverse le difficoltà da superare.
Relazioni diplomatiche con la Turchia e lo slegamento definitivo con la Russia sono solo una parte degli ostacoli da fronteggiare per poter ottenere il gas nel Mediterraneo. Nello specifico, si tratta del giacimento nelle coste al largo di Cipro.
Già erano stati scoperti Calipso-1 in Egitto nel 2015 a Zohr e Nohr, adesso tocca a Cronos-1 entrare in gioco per risollevare le sorti dell’Italia. A fare la dichiarazioni è l’Eni, azienda italiana presente nel luogo dal 2013.
Ci sono diverse ragioni del perché il cambiamento è vantaggioso, sia in termini ambientali che economici.
Scoperto gas nel Mediterraneo: rivoluzione economica
In primis, sono i bassi costi energetici e le altrettante scarse emissioni di carbonio a rendere l’obiettivo sempre più allettante. Tra i pilastri degli ultimi programmi politici dei partiti c’è proprio la transizione ecologica, un tema che non va in nessun caso preso sottogamba. Mario Draghi è la figura che potrebbe rappresentare la chiave di volta nella risoluzione della questione a favore del Paese.
Il giacimento di gas nel Mediterraneo è un’ottima opportunità per evitare il rincaro dei prezzi e diminuire i consumi che stanno attanagliando il Paese. Ma come già accennato c’è una situazione non facile da gestire, la Turchia di Erdogan.
Perché secondo le leggi del Diritto Internazionale del mare, le acque antistanti il suddetto giacimento sono oggetto di presa territoriale con Ankara che rivendica la zona economica esclusiva. Condizione che però è cara anche al confine dell’ex colonia veneziana.
Insomma, che Erdogan non darà così facilmente la possibilità di sfruttare le proprie risorse in un contesto di alta crisi, non è mistero. Perché mai come adesso la Turchia potrebbe aumentare il proprio potere geo-politico ed avere un ruolo di preminenza, soprattutto in questo periodo.
E’ il trattato di Losanna del 1923 che ha definito i confini del Mar Egeo e da cui la Turchia non avrebbe più potuto nulla pretendere da Cipro. Ma dal 1974 occupa territori riconosciuti come Repubblica di Cipro del Nord, e vuole ottenere forza nel settore degli idrocarburi rispetto gli avversari Egitto ed Israele.
Così, interviene Mario Draghi che vuole slegarsi del tutto dalla dipendenza energetica dal gas Russo. Inizia la sua mossa proponendo il razionamento del gas e interessandosi alla questione. Tra le tante novità politiche che avranno grossi effetti sul Paese c’è la proposta di nuovi bonus per sostenere liberi professionisti.
Mentre è dalle innovazioni in termini economici che si attendono risposte per quanto concerne il piano energetico, poiché a livello nazionale ed internazionale crea tensioni tra le relazioni intraeuropee.