Il mondo della scuola è in fibrillazione, tra nuovi provvedimenti e novità c’è il tanto atteso Bonus docenti. La questione però, non è così semplice, ecco perché.
Definire un Bonus vantaggioso è il minimo, soprattutto perché la categoria dei docenti è spesso stata messa in secondo piano. Per quanto la scuola necessiti di aggiornamenti e finanziamenti, è anche il personale scolastico un tema di forte interesse, specialmente perché si tratta di un gruppo di individui vario e disomogeneo. Appunto, non si ha a che fare soltanto con gente di ruolo, ma anche con chi il ruolo lo sogna.
Incentivare ed investire sulle falle del sistema è l’obiettivo fondamentale che uno Stato sociale dedito al benessere come il nostro deve perseguire. Il punto di partenza è individuare quelli che sono i problemi, denunciarli e apporre le giuste soluzioni.
Tra i bonus, quello dei docenti è un sostegno alla cultura, poiché con l’aumento del capitale dovrebbero crescere le spese del settore verso strumentazioni più efficienti e tutto ciò che compete il settore.
Peccato che non sia così facilmente attuabile e le difficoltà competono proprio la suddetta categoria. La somma ammonta a circa 500 euro, aggiunti all’altro bonus di 200, senza alcune decurtazione. Ma sono i possibili tagli e i precari le questioni che preoccupano di più.
Tra le proposte che viaggiano per tutta Italia c’è l’intenzione di Letta di modificare con una riforma gli anni scolastici. L’obiettivo è quello di diminuire disparità socio-economiche e garantire un allontanamento nel tempo dell’abbandono scolastico. Così, ci si domanda, visto il grande interesse per questo settore, cosa c’è in ballo per chi non è di ruolo?
La cifra predisposta per i docenti di ruolo resterà intatta, i 500 euro varranno per l’intero anno scolastico 2022/2023. Sostanzialmente i dettami della legge 107 del 2015 resteranno uguali, e con essi anche le esclusioni.
I grandi estromessi dal vantaggio economico sono tutti quei precari che si spostano da un istituto all’altro, e non hanno una tappa fissa, rincorrendo la meta del posto fisso.
Quindi, i dubbi nati dalle legge n. 76 del 2022 possono essere dimenticati. Si vociferava che subentrassero già dal momento corrente dei tagli importanti per il bonus, ma così non sarà. Probabilmente sarà a partire dall’anno solare successivo che subentreranno, poiché il testo di legge afferma che a partire dall’anno 2024/2025 dovranno essere trovati nuovi finanziamenti per consentire la piena copertura del bonus.
Così, il 31 agosto termina l’anno scolastico 2022, per cui è necessario sfruttarlo fino in fondo. Cosa si può fare? Acquistare libri di testo anche digitali finalizzati alla formazione del docente, frequentare musei, teatri, cinema e luoghi di cultura, e provvedere all’acquisto di corsi certificati dal MIUR oppure altri universitari.
Infine, è bene ribadire per i precari potrebbero esserci dei cambiamenti, perché la stessa Corte di Giustizia Europea ha sentenziato che anche questa fascia dovrebbe ottenere il bonus. In seguito alle più recenti evoluzioni economiche e politiche, il Paese è in cerca di risorse nel Mediterraneo, e le modifiche e gli obiettivi da perseguire sono sempre più complessi.
In attesa di riconoscere ulteriori cambiamenti, restiamo aggiornati.
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