Prezzi da “pazzi” non solo per l’energia e il gas, ma anche per gli alimenti: è allarme latte, non ci sono dubbi! Ecco a quanto ammonterebbero i costi.
La situazione vissuta dal nostro Paese è sempre più delicata sotto più punti di vista. I dati parlano chiaro, e le statistiche pongono delle previsioni future per niente rassicuranti. L’allarme latte ha a che fare con un aumento dei prezzi che modificherà il modo di fare la spesa e i prodotti acquistati.
Un gesto semplice come bere un bicchiere di latte potrà mai essere pesante per le tasche? Ci sono delle previsioni future economiche che costeranno sacrifici mai fatti prima, e tra gli altri aumenti dei prezzi, quello dell’allarme latte non può passare inosservato.
Siamo tutti a conoscenza che sia un settore particolare, difficile alle volte da gestire a causa della produzione e di tutte le questioni che competono la riuscita del prodotto finale. Ma al momento, l’industria italiana vivrà un vero incubo che come l’effetto di una valanga devasterà tutto il resto.
Allarme latte, cosa dovranno affrontare le industrie italiane
Negli ultimi tempi l’intero pianeta sembra essere a rischio allerte in qualsiasi momento. Dopo l’aumento dei prezzi dell’energia che arrivano alle stelle, ci si sta sempre più abituando a nuove fonti di cattive notizie di non poca importanza. La questione del giorno ha a che fare con la produzione del latte, la quale ne risentirà, e con essa anche le tasche dei contribuenti.
Il settore agroalimentare italiano è in crisi da quasi 12 mesi, e questa grave condizione assume il nome di inflazione con tanto di aggettivo “galoppante.” Si tratta di un continuo e costante aumento dei prezzi nel corso del lungo periodo, situazione che di conseguenza svaluta moneta e prodotti.
Sono le aziende più note dell’ambiente a lanciare l’allarme, perché il settore caseario non può rischiare di vendere prodotti a prezzi sconvolgenti, partendo da una bottiglia di latte che potrebbe arrivare a costare più di due euro.
Ciò accade perché generalmente il processo inflattivo ha causato l’aumento del 25% dei prezzi, il tutto dovuto alla crisi energetica sopracitata. In parte, le maggiori aziende sono riuscite a contenere il rincaro, ma fino ad un certo punto.
Se non si interviene con un’azione di economia pubblica, quindi con l’aiuto dello Stato, la situazione potrebbe peggiorare ancora. Si parla di un’inflazione al 200%! L’aumento è dovuto anche a cause indirette che fanno riflettere sul comportamento umano.
L’alimentazione degli animali è peggiorata a causa della siccità, provocata a sua volta dal livello di inquinamento che sta distruggendo il mondo intero. Così, agli allevatori è arrivato un aumento del 50% del prezzo proprio per questa ragione.
Se già il gas sembrava essere una minaccia in bolletta per le ultime modifiche, sapere che l’intera filiera produttiva è a rischio preoccupa. Industrie, posti di lavoro, e ci sono in ballo oltre 16 miliardi di euro se non si interviene al più presto. La mano invisibile di Smith non può gestire il mercato libero, ci sono troppe difficoltà.