Le nuove polmoniti bilaterali sono state associate all’infezione del Covid-19, ma non sono la stessa cosa. Gli studi parlano chiaro, ecco come ci si dovrà preparare.
Il mondo del passato è un ricordo ed è storia, quella nuova è scritta da eventi contemporanei che stanno mettendo in ginocchio l’intero pianeta. Il Covid-19 non è l’unico male con cui l’umanità deve ancora scontare la tragica situazione, ma sono giunte delle polmoniti bilaterali che stanno preoccupando la comunità medica che è letteralmente sommersa nello studio di sintomi e cause. Ecco quello che sappiamo e cosa è emerso.
Sono stati esclusi circa 25 virus e forme di batteri che contagiano l’uomo, e tra questi non c’è un’associazione con il coronavirus. Emergono dal resto del mondo dei malanni che causano febbri, mialgie, forti dolori addominali e dispnee. Appunto, tutti sintomi che si ricollegano alle polmoniti bilaterali.
Contagiate circa 9 persone nel Tucuman, tre di loro sono morte, e c’è molta probabilità che in mezzo ci sia anche il paziente zero.
Polmoniti bilaterali, sintomi e cure per porvi rimedio
Come se non bastasse, di recente si sente parlare di virus di diversa tipologia, destando allarmismi che alla fine sono in larga parte veritieri. Per quanto riguarda gli ultimi aggiornamenti sul coronavirus, il Covid-19 nella variante Omicron può essere combattuta con i nuovi vaccini, determinando un’importante passo avanti nella cura della malattia. Diminuiscono le terapie intensive, ma arrivano queste polmoniti preoccupanti che potrebbero ribaltare la situazione.
Tra il 18 e il 22 agosto si è iniziato a parlare dei sintomi sopra menzionati, Lius Medina Ruiz è il Ministro della salute in Argentina, luogo nel quale si sono concentrati i maggiori decessi e contagi. Afferma che le analisi fatte sono state così accurate, ma in nessun caso è comparso il coronavirus. Tutti i tamponi negativi non lasciano alcun dubbio: è un nuovo male al quale far fronte.
Mentre alcuni ricercatori e medici parlano di Legionella, cioè un batterio che causa queste polmoniti. Il virus è stato scoperto nel ’79 quando dei veterani dell’American Legion, da qui il nome, ne sono stati contagiati.
I tre pazienti deceduti dopo il contagio sono un’infermiera ed un dottore della clinica privata Luz medica di San Miguel, i quali avranno preso l’infezione da una settantenne lì ricoverata che assume il nome di “paziente zero.”
L’intera clinica è messa in sicurezza ed è tutto organizzato nel pieno rispetto delle regole per la quarantena: la situazione è sotto controllo. Il ministro sopracitato non nasconde la possibilità che l’origine del virus sia dovuta a cause tossiche ed ambientali. Forse la colpevole è dell’acqua infetta, così si sono innescati controlli negli impianti in questione.
Il contagio non avviene tra persona e persona, probabilmente il tutto è dovuto ad un contatto con il virus proveniente dall’acqua. Ciò è del tutto differente dal coronavirus di recente è protagonista della scoperta di cure mediante antinfiammatori.
Quindi, il virus non è in circolazione e non ci sono ancora terapie intensive. Le polmoniti verranno curate come tali, ma questo virus è ancora difficile da classificare, è presto per dare conferme ufficiali.