Tornano i dilemmi attorno al Covid-19: come vaccino meglio uno spray nasale o l’inalazione? Ecco le nuove scoperte degli scienziati e il punto della situazione.
La pandemia di Covid-19 continua ad essere la vera protagonista delle corse in laboratorio degli scienziati, e delle problematiche inerenti la crescente crisi umanitaria. I nuovi studi hanno consolidato importanti soluzioni che potrebbero presto essere applicate come farmaci per contrastare il virus. Tra le scoperte si parla della possibilità di un vaccino spray oppure di inalazione mediante aerosol, ed è proprio su questo punto che l’intera comunità si sta dibattendo. Qual è la più efficace?
Ciò che è necessario evidenziare è che si tratta in entrambi casi di importantissime scoperte, le quali mirano allo stesso obiettivo: distruggere il Covid-19. Ciò avviene mediante quelle che sono due metodologie totalmente differenti.
La possibilità di avere un vaccino spray sembrerebbe di trasportarci direttamente nel mondo del futuro. Attraverso un semplice spray si può annientare il virus, soprattutto si tratta di una scelta molto più veloce e pratica. Con un clic ed un respiro il farmaco agisce distribuendosi nell’immediato nel naso e nella gola, e si risparmiano tante dosi.
Rispetto all’iniezione intramuscolare verrebbe utilizzato 1/5 della dose, con gli stessi risultati, minori sprechi, e maggior velocità d’azione.
Mentre con l’inalazione mediante aerosol entra in gioco un metodo molto più comune e conosciuto, ma meno rapido. Come la cura di un comune raffreddore, si procede inserendo il vaccino inalabile e si respira finché non si consuma attraverso la nebulizzazione.
In ogni caso, si tratta in entrambe le situazioni di qualcosa di innovativo. Approfondiamo come agiscono, e cosa dicono gli studiosi della comunità scientifica.
Gli aggiornamenti sulla materia sono tanti, dimostrazione del fatto che per combattere il coronavirus, il mondo intero è sceso in campo per trovare risposte sempre più rapide ed efficaci. Si è parlato di lotta al contagio del Covid-19 mediante antinfiammatori, cioè si tratta di un altro studio che è da poco emerso e che pone una diversa soluzione. Con le pratiche del giorno vi illustriamo le ultimissime novità che stanno facendo discutere medici e scienziati.
Come già accennato, il vaccino spray sembra essere la scoperta preferita da alcuni studiosi ed anche per l’immaginario collettivo. Più veloce e rapido, farebbe venire meno sprechi, ma per alcuni non è efficace come l’inalazione.
Proprio quest’ultima nonostante prenda molto più tempo, poiché si tratta di un vaccino somministrato con le pratiche dell’aerosol, è la soluzione che agirebbe più in profondità. Perché mediante la nebulizzazione le particelle del vaccino non si fermerebbero a naso e gola come nello spray, ma andrebbero a fondo in tutto l’organismo curando persino i polmoni.
Ed è proprio dal naso che si innesterebbe il processo di immunizzazione, nella mucosa.
Sviluppato dal gruppo accademico Chen-Wei in Cina e prodotto da Cansino Biologics, il nome del vaccino per inalazione è Convidecia Air. Favorevoli e sostenitori della nebulizzazione sono gli scienziati della McMaster University. Gli stessi hanno pubblicato lo studio nella rivista Frontiers in Immunology.
In sostanza, la formulazione del vaccino non cambia. Ciò che ha subito modifiche è la metodologia di somministrazione.
Di recente, hanno fatto la loro comparsa anche i vaccini bivalenti per combattere Omicron e l’infezione originaria, ma in tutti questi casi bisogna tenere in considerazione che sono in fase di sperimentazione.
Stessa condizione per le ultimissime scoperte. Sia il vaccino spray che quello per inalazione sono in fase di studio, si stanno testando con la massima cura. Infatti, in attesa di conferme e possibilità di utilizzo concreto, restiamo aggiornati.
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